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 2025  agosto 30 Sabato calendario

Trump in 18 buche – Il carnivoro e i dazi à la carte

Di due cose è goloso Donald Trump: dei dazi e degli hamburger. I primi li mastica in pubblico. Gli altri nella saletta da pranzo, oppure a letto.
Il menu dei dazi lo ha esibito lo scorso aprile nel Giardino delle rose della Casa Bianca, issandolo davanti alle telecamere: “Pioveranno miliardi di dollari nel nostro Paese!” ha salmodiato con faccia felice. Ma era una messinscena. La verità è che quei dollari sulle importazioni saranno nuove tasse sui consumi anche per i 340 milioni di americani, la classe media in primis. È a loro – e ai due terzi del pianeta – che i suoi strateghi intendono far pagare gli interessi sull’enorme debito pubblico Usa che quest’anno ha superato i 37 mila miliardi di dollari. I dazi li vende come copertura contabile e sua personale alzata di ingegno. Li spara, li cancella, li raddoppia. Cavalca le oscillazioni di Borsa sulle quali lui e i suoi cari guadagnano montagne di soldi. Mentre l’Agenzia governativa sui conti pubblici dice che il risultato, comprimendo gli investimenti, sarà catastrofico: “Stiamo aggiungendo mille miliardi di dollari al debito ogni 5 mesi, a una velocità doppia rispetto alla media degli ultimi 25 anni”.
In attesa della catastrofe e considerando l’altra sua passione, quella per gli hamburger, analisti e dietologi si chiedono da anni come faccia Donald Trump a essere ancora così vivo e vegeto a 79 anni compiuti. Da sempre il Carnivoro in capo sostituisce la colazione del mattino con una lattina ghiacciata di Diet Coke. A pranzo mangia due Big-Mac con salsa ketchup. A cena due cheeseburger con patatine fritte e un frullato al cioccolato. Qualche volta un Filet-o-Fish, qualche altra la pizza. Tutta roba processata da McDonald’s dove gli addetti alla Casa Bianca si riforniscono, rispettando gli standard di sicurezza. In quanto al bere: mai vino, mai superalcolici, mai caffè.
Per verificare il (dis)gustoso mistero, testate d’alto prestigio come il New York Times e il britannico Guardian, hanno obbligato un paio dei propri inviati a sottoporsi agli identici orari e ai pasti presidenziali per una settimana di seguito. Sveglia alle 6:30, Fox News accesa in tutte le stanze, telefonate, briefing, nanna a mezzanotte. In mezzo: “Un mucchio di carne e di formaggio”. Ne sono usciti a pezzi. Più o meno come sta capitando all’America.
(17 – Continua)