la Repubblica, 30 agosto 2025
Confessioni di un utente di Phica.net
Non sono un maniaco, era solo divertimento. Io ho una sorella, una compagna. È come la chat degli amici del calcetto, solo che c’è più gente».Francesco – romano, 43 anni e nome di fantasia – parla a bassa voce, ma non sembra affatto giustificarsi malgrado il clamore della scoperta di siti e forum con foto di donne senza il loro consenso. È uno dei tanti utenti che fino a pochi giorni fa affollavano due delle pagine finite al centro della bufera mediatica. Come molti, aveva scelto un profilo alias, un soprannome costruito apposta per non farsi riconoscere.Il suo è un racconto crudo, senza filtri. «Phica.net è un sito storico, c’era anche gente più grande di età. I classici boomer che guardano le ragazzine. Dentro ci trovavi le foto di chiunque: dall’aspirante influencer con dieci follower fino a Giorgia Meloni. Il gruppo Mia moglie inveceera diverso. Anche lì guardoni, malati di mente. Molte persone postavano le foto delle mogli o delle compagne a loro insaputa. Questa cosa è una schifezza, io non la farei mai. Tanta gente segue questa roba per eccitarsi, comunque è una cosa reale. C’è il tizio che vuole far vedere la moglie, e magari si eccita leggendo i commenti di chi, come me, scrive per divertirsi».Francesco insiste: non ha maipubblicato nulla di personale, né immagini di compagne, né tanto meno scatti rubati di conoscenti. «Solo qualche volta ho fatto una cosa che fanno in tanti: prendi una foto trovata in rete, la “croppi”, cioè la ritagli nelle parti che più ti interessano, e fai partire i commenti. Il divertimento è tutto lì. Alzi il tiro nei commenti, poi vedi quello che succede».Un divertimento sulla pelle di donne che non sanno di essere finite alla gogna, però. E forse è proprioquello che Francesco, e tanti altri iscritti a questo tipo di siti, non riescono, o non vogliono proprio comprendere: «C’è gente che si eccita all’idea che sta guardando una che potrebbe essere la vicina di casa o la ragazza di un suo amico. Lo stesso vale per i vip, c’è chi si diverte a insultarli. Lo ammetto, questi posti diventano luoghi per sfogare a parole la sessualità repressa».Un lavoro normale, una relazione stabile, una vita apparentemente comune. «Certo, se le cose che mi capitava di scrivere le dicessero alla mia ragazza farei una strage. Ma questa è una cosa da uomini. Come quando con gli amici fai i commenti su qualcuna: “Guarda che tette, me la farei... Ma nessuno parla sul serio, si cazzeggia».Eppure, di notte o nei ritagli di tempo, uno sguardo a quelle pagine lo dava sempre. «È quasi uno sfogo. Uno guarda la chat, si fa due risate. Poi, certo, trovi pure tanti malati di mente, che ti propongono foto della moglie o della sorella in privato. Magari non è vero, magari sì. Non lo sai. Lì trovavi di tutto: volgarità, battute, meme. Per me non era il mondo reale, capisci? Ma chiaramente per qualcuno lo è». Quella descritta da Francesco è una realtà parallela, intrisa di mascolinità tossica, ai limiti della misoginia. Un mondo dove le donne diventano oggetti sessuali, esibite e commentate come merce.«Quando è scoppiata la bufera non mi sono pentito. E nemmeno spaventato», confessa. «Anche perché questa roba non finirà mai. È pieno di pagine su Facebook, su Telegram e su tutti i social. Ciclicamente qualche pagina finisce sui giornali, la chiudono e poi si ricomincia. Non mi sento un criminale, non ho fatto male a nessuno. Un po’ idiota sì, ma quello lo sapevo»