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 2025  agosto 30 Sabato calendario

Gli italiani non votavano Dc perché erano democristiani, ma per sbarrare la strada ai comunisti

Caro Aldo,
ho letto la sua risposta a Paolo Cirino Pomicino, il quale sembra non ricordare tutti i guai che ha combinato la vecchia Democrazia cristiana negli anni dei suoi governi, tanto per citarne uno, le baby pensioni (dopo 19 anni sei mesi e un giorno di lavoro) e tanto tanto altro. Poi è vero che ci fu la crescita negli anni 80 (ma era abbastanza semplice in quegli anni di boom economico) ed è vero che c’è stata una eccellente lotta al terrorismo (ma poi alla fine anche in questo campo ci hanno messo molto del loro, i terroristi) cosa non successa con mafia e quant’altro. 
Sandro Petrecca





Caro Sandro,
il bilancio della Democrazia cristiana è sotto gli occhi di tutti, nel bene come nel male. La vittoria elettorale del 1948 che salvò la libertà e l’ancoraggio al blocco occidentale, il Piano Case – quello vero —, l’Autostrada del Sole, il miracolo economico – che non fu certo merito di un partito bensì degli italiani —, la Rai di Bernabei, la capacità di dialogo e di intese con gli avversari, prima con i socialisti poi con i comunisti, la rinuncia a usare l’Msi come sponda. Ma anche il clientelismo, la corruzione, la compravendita di voti, gli accordi con la mafia, insomma i cascami di un Paese dalla bassa moralità pubblica in cui l’alternanza al governo era impossibile. 
La vera domanda è un’altra. L’Italia è davvero stata, ed è ancora, un Paese democristiano? La Dc è stata considerata non solo il partito Stato, anche il «partito mamma». Un luogo di mediazione, dove gli scontri venivano assorbiti e mediati, in cui ognuno poteva trovare qualcosa per sé, all’insegna del vero motto nazionale, che in Sicilia suona «pe’ mmia chi c’è?» e in Veneto «a me che mi vien?», ma è in realtà uguale dappertutto: e io cosa ci guadagno?
Tuttavia, se dopo il crollo della Dc il segretario missino Fini – ancora convinto che Mussolini fosse «il più grande statista del secolo» – prese il 47% al ballottaggio per il Comune di Roma, all’evidenza gli italiani non votavano lo scudo crociato perché erano democristiani, ma per sbarrare la strada ai comunisti. Forse i sentimenti reazionari, filofascisti, xenofobi, intolleranti erano solo sopiti: molti votavano Dc per necessità, ma sotto sotto la odiavano. A voler essere più generosi, la maggioranza degli italiani ha sempre cercato un campione che gli tenesse lontano la sinistra, quindi le tasse. Di volta in volta hanno individuato prima la Dc, poi Berlusconi, qualcuno persino Grillo e Salvini, e ora la Meloni. Di cui ci raccontiamo che sia diventata, guarda un po’, democristiana