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 2025  agosto 29 Venerdì calendario

L’offensiva estiva in Ucraina per i russi è un flop

La guerra in Ucraina è la più lenta del secolo. Dopo l’invasione di febbraio 2022, negli ultimi 3 anni la Russia ha conquistato, secondo i media e think tank occidentali, appena l’1 per cento del territorio ucraino. Ed è diventata così una guerra di logoramento. L’avanzata si misura in un pugno di metri al giorno, più lenta che alla Somme nel 1916 quando gli eserciti britannico e francese ne strapparono in media 80.Il contrattacco ucraino a Kherson si è attestato sui 590 metri al giorno, mentre oggi le truppe russe a Kupyansk avanzano di appena cinquanta. Numeri che fotografano un conflitto fermo, sanguinoso e apparentemente senza sbocchi. Stando al Center for Strategic and International Studies, in tre anni e mezzo sarebbero morti tra i 200 e i 250 mila soldati russi, contro una forbice di 60-100 mila ucraini: perdite enormi, che non hanno mutato l’equilibrio sul campo ma che segnalano l’esaurimento di entrambi gli eserciti. Le percentuali dell’occupazione regionale confermano la paralisi. Nel Lugansk, parte del Donbass, Mosca controlla quasi il 100 per cento, nel Donetsk ha raggiunto il 75 per cento, nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson si ferma al 74. L’intelligence del Regno Unito calcola che al ritmo attuale servirebbero ai russi 4.4 anni di combattimenti e quasi due milioni di perdite per completare la conquista delle regioni annesse. Ma le cifre vanno lette nel dettaglio. Nell’estate del 2022 la Russia era arrivata a occupare fino al 92 per cento dell’oblast di Kherson, salvo poi perdere terreno con le controffensive ucraine e restare confinata sulla riva orientale del Dnipro. Oggi il capoluogo, Kherson, e la città di Zaporizhzhia, sono in mani ucraine. Anche nello Zaporizhzhia, dove l’occupazione si era spinta quasi al 73 per cento, i russi da allora sono al palo. I guadagni nel Donetsk sono compensati dagli arretramenti a sud. Questo equilibrio instabile spiega il cambio di tattica. Mosca si affida a gruppi di incursori: cinque uomini che penetrano le linee, si nascondono e attaccano da più direzioni. È successo a Zaporizske, a Novoheorhiivka, a Dobropillya. Ma raramente i blitz si trasformano in posizioni stabili: le risposte ucraine ribaltano rapidamente ogni penetrazione. Intanto Mosca gonfia le mappe, trasformando infiltrazioni temporanee in conquiste da propagandare a sostegno della narrativa interna.Quando le truppe non avanzano, tocca a missili e droni colpire scuole, palazzi, infrastrutture idriche ed elettriche. È la strategia del terrore, e insieme la preparazione all’inverno: blackout, freddo e paura devono piegare la resistenza degli ucraini. A più di tre anni dall’invasione, la Russia controlla vaste porzioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, ma nel complesso la linea del fronte resta di fatto immobile. Per questo Putin tenta di vincere a tavolino, cercando di ottenere con il negoziato ciò che non è riuscito a occupare con la forza.