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 2025  agosto 29 Venerdì calendario

Il tormentone non è più quello di una volta

Un numero in queste settimane sta affliggendo come un virus i vertici delle case discografiche, i produttori ma soprattutto gli artisti. Uno studio ha infatti rilevato che la durata media di una canzone virale su TikTok è di appena 19,5 secondi. Questo significa che i brani non puntano più su intro elaborate o bridge, quanto su hook immediati che funzionano in tempi brevissimi, quanto l’attenzione che dedicano ai media le generazioni Z e Alfa.Negli ultimi anni TikTok ha trasformato radicalmente il modo di ascoltare musica, soprattutto fra i preadolescenti. Si osserva una fruizione sempre più frammentata, in cui basta un ritornello per catturare l’attenzione. Con l’ascesa di TikTok e dei suoi video da 15, 30 o 60 secondi, anche la musica ha dovuto adeguarsi al formato breve e se nei primi 5-10 secondi non hai catturato l’ascoltatore, è finita. «Questo contesto spiega il particolare rapporto dei giovanissimi con la musica – dice un discografico – spesso non conoscono né l’artista né il titolo, ma cantano e condividono entusiasti quel ritornello diventato tormentone. Per noi è un problema enorme rispetto al rapporto con gli artisti e agli investimenti che dobbiamo fare. Vaglielo a dire tu a un paludato cantautore o a un cantante sopra i 50 anni che se si aspetta di trovare una sua hit appena sfornata nelle prime 50 posizioni di Spotify fa prima ad accendere un cero alla Madonna». Oggi i giovanissimi ascoltano frammenti, e questo modello di consumo «micro-hook» – favorito da TikTok – va a spezzare l’hype anche dei brani sanremesi, generando boom iniziali che rapidamente si affievoliscono.Il Sanremo 2025 ha risentito di questa nuova dinamica: tempi medi di streaming inferiori, maggiore dispersione in classifiche, certificazioni più lente. Le analisi di Rockol, Fanpage e All Music Italia mettono in evidenza che il cosiddetto «engagement» è sempre più superficiale: la piattaforma privilegia la velocità a scapito della profondità, rendendo difficile costruire carriere o brani che resistano nel tempo. Lo dimostrano i dati di Sanremo, con cali rapidi negli ascolti già dopo pochi mesi. Dopo un mese dal Festival, i cinque brani di punta del Sanremo 25 hanno totalizzato 153,3 milioni di stream, contro i 184,7 milioni del 2024: un calo netto del 17%. Se allarghiamo lo sguardo a tutti i pezzi in gara, il dato passa da 465 milioni a 441,7 milioni, con una flessione più contenuta del 5%. Dopo sei mesi, però, la caduta diventa ancora più evidente: i Top 5 del 2025 segnano un –24% rispetto all’anno precedente e le tenute in classifica e nell’airplay confermano questa tendenza. A tre mesi dal Festival, nella Top 50 Fimi resistevano 11 brani (14 nella Top 100), mentre le radio monitorate da EarOne hanno inserito solo 5 pezzi nella Top 50. Nel 2024 i numeri erano più alti, con 12 brani ancora in Top 50.Se si guarda alle certificazioni Fimi la musica, è il caso di dirlo, cambia poiché nel primo semestre 2024 si era registrata una crescita del 15,1% a fronte di un totale dei ricavi di 189,7 milioni di euro mentre quest’anno si registra una crescita del 9,7% a fronte di un totale di ricavi di 208,1 milioni di euro, quindi non c’è decremento in termini finanziari. Artisticamente però la logica del «più corto è meglio» porta a ritornelli immediati pensati per i social. Una formula efficace online, ma poco adatta a reggere su radio e classifiche tradizionali. Sarà forse anche per questo che i consumatori più anziani volgono lo sguardo al passato, con un effetto nostalgia quest’estate abbastanza spiccato: nella classifica Spotify dei brani che hanno fatto da colonna sonora all’estate italiana – un’estate straordinariamente priva di tormentoni classici – la chiave del successo per due brani in Top 10 è proprio la nostalgia: Alfa con A me mi piace ri-immagina Me Gustas Tú di Manu Chao in italiano, con la partecipazione dello stesso Manu Chao, mentre i Pinguini Tattici Nucleari ri-registrano una delle loro hit, Bottiglie Vuote, insieme a Max Pezzali, icona degli Anni 90