la Repubblica, 29 agosto 2025
Charles Leclerc si prepara al nuovo anno
Pantaloni di lino bianco, nonostante la pioggia e il fresco del Mare del Nord a Zandvoort, in Olanda. L’eleganza di Charles Leclerc è senza tempo. Anche se il piccolo principe di Montecarlo, salito a bordo della Ferrari sette stagioni fa, a quasi 28 anni si è fatto uomo: sta mettendo su famiglia a Montecarlo con la sua fidanzata, Alexandra Saint Mleux. «Siamo nel bel mezzo di un trasloco, viviamo tra gli scatoloni, ci trasferiamo tra un mese in una casa più grande, abbiamo piani per il futuro insieme». Quello del pilota innamorato della Ferrari, non cambia: «Voglio diventare campione del mondo in rosso, rimane la mia priorità». Cinque podi nel 2025, mai un successo. In Ungheria, nell’ultimo gp prima delle tre settimane di vacanza, pole ma poi problemi tecnici nell’ultima parte di gara, chiusa al quarto posto.
Leclerc, li ha risolti?
«Non del tutto, ma li gestiamo».
Per un suo avversario, si è trattato di gestire il consumo del fondo.
«Non mi interessa molto quello che ha detto George Russell, la situazione è più complessa e dipende da vari fattori. Detto questo, è stato un peccato e mi ha fatto male: ci tenevo ad andare in vacanza con una vittoria, era un’opportunità. Lo è anche per crescere. Mi sono rigenerato attraversando il Mediterraneo in barca con famiglia, amici, la mia fidanzata che si occupa di arte e sta costruendo una sua fondazione e il mio cane, Leo: Sardegna, Corsica, sud della Francia. Molto bello, ferie che ci volevano, fa bene tagliare la stagione in due tempi. Sono pronto per ripartire, spero che il successo arrivi a breve».
Già qui?
«Sono sempre andato abbastanza bene, sarà un weekend incerto vista anche la pioggia che quest’anno non è stato il nostro forte, ma cercherò di prendere la parte positiva, spero che possiamo ribaltare le previsioni».
La prossima settimana c’è Monza. Lei ci ha vinto due volte, l’ultima l’anno scorso.
«Nel 2024 abbiamo fatto un miracolo, se mi avessero detto che ci sarei riuscito, non gli avrei creduto. Difficile ripetersi, ma mai dire mai. Dovessi scegliere dove vincere una gara delle prossime dieci, sì direi Monza, visto che Montecarlo è ormai alle spalle».
Che cos’ha di speciale l’Autodromo?
«La gente. Monza è folle, è la settimana che stanca di più, peròla motivazione che ci danno i tifosi già partendo dall’hotel non ha paragoni, ci regalano energia e una spinta in più».
Abbastanza potente da battere la McLaren?
«Anche l’anno scorso era la macchina più forte, ma quest’anno hanno fatto un enorme passo avanti, nessuno se lo aspettava alla fine di un ciclo di regolamenti e con un livellamento delle performance che vede vicini noi, Red Bull e Mercedes. La McLaren ha invece trovato qualcosa in più, dobbiamo rispettarli e fare i complimenti, hanno sorpreso tutti. Rimangono i favoriti pure in Italia, ma non è impossibile dar loro fastidio, Budapest lo dimostra e noi daremo tutto».
A Milano la Ferrari celebrerà anche i 50 anni del primo titolo Mondiale di Niki Lauda. Lei che ricordo ha del campione austriaco?
«Indimenticabile: nel 2018, ero al mio primo anno in F1 con l’Alfa Romeo, lo incontrai nel paddock di Montecarlo, aveva quel suo cappellino, si avvicinò rivolgendomi poche parole ma molto gentili, mi sono rimaste impresse, mi disse che eracontento di conoscermi e che gli piaceva come mi comportavo anche fuori dalla pista. Mi sorprese, non mi aspettavo che un campione che ha fatto la storia della F1 e della Ferrari venisse da me che ero uno sconosciuto».
Non lo è più, anche se la fama non sembra averla cambiata.
«Sono rimasto una persona normale, non gioco a essere qualcun altro, anche se quando ci sono tante telecamere puntate su di te è difficile. Essere un pilota Ferrari mi ha cambiato la vita, le cose normali sono sempre più difficili da fare, la privacy a volte mi manca ma quando me lo dico, penso anche a quanto sono fortunato nella mia posizione, non la cambierei con niente. Adesso tendo a semplificare le mie attività e faccio solo quello che mi rende felice».
Perché secondo lei i tifosi italiani l’hanno amata fin dal primo momento?
«Perché io in Italia ci sono cresciuto, ho tanti amici, capisco gli italiani, la loro mentalità, c’è un feeling particolare e questo rende tutto più facile».
C’è una città dove vivrebbe a parte Montecarlo?
«Forse Milano, anche se da pilota Ferrari non sarebbe facile girare per le strade».
Un momento del suo passato da rivivere all’infinito e uno da cancellare per sempre?
«Cancello Montecarlo 2021: feci la pole ma poi non sono partito in gara per via di un danno alla macchina in qualifica. Rivivrei invece il 2024, sempre a Montecarlo: la vittoria dopo anni e anni molto difficili».
E nella vita privata?
«Le prime volte in kart con mio padre e mia madre, ricordi bellissimi, prima di sapere che il motorsport sarebbe stato la mia carriera».
Consigli a Lewis Hamilton per affrontare la sua prima Monza?
«Non me li ha chiesti e io non mi sento di doverne dare a un campione con la sua esperienza».
Come sta andando il vostro rapporto?
«Bene, ci parliamo spesso, ma rimane un legame molto professionale, lavoriamo entrambi per provare a portare la squadra il più in alto possibile, ma anche per batterci a vicenda, e questa è una motivazione sia sua che mia».
Il rinnovo del team principal, Fred Vasseur, quanto conta per lei?
«Moltissimo, sono molto contento della sua conferma per la stabilità della squadra e anche per il nostro rapporto che è sempre stato eccellente. Non ha paura a dirmi le cose e viceversa, c’è completa apertura e onestà tra di noi, a volte non abbiamo neanche bisogno di parlarci, ci capiamo al volo. Siamo allineati e condividiamo le stesse idee su dove vogliamo spingere. Io sto crescendo, so che sto facendo bene ed è la cosa più importante per me, anche se è un anno difficile e siamo arrivati con speranze più alte di quello che poi è stato. Però la visione è chiara».
Molti piloti hanno espresso perplessità sulle regole 2026, lei?
«Tanti dubbi e punti interrogativi, siamo solo all’inizio, ma anche molte novità che rappresentano l’aspetto interessante anche per noi piloti assetati di sfide. Non so se saranno le migliori macchine da guidare per noi, però se la Ferrari sarà il team da battere l’anno prossimo, il nuovo regolamento mi piacerà tantissimo e spererei di tenerlo per altri dieci anni».
Ferrari per sempre?
«È il mio team, quello con cui voglio vincere. E io sarò la migliore versione di me stesso finché crederò nel progetto, e io ci credo al 200 per cento, amo questa squadra più che mai».