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 2025  agosto 29 Venerdì calendario

Moratti, lievi miglioramenti ma è intubato

La battaglia continua. Silenziosa, dura, tenace. Il presidente Massimo Moratti è ancora in un letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Humanitas. Il tempo gioca a suo favore. Ogni ora che passa è un segnale che il fisico sta reagendo nella maniera giusta. Ma è ancora presto per cancellare lo stato di emergenza. 
La notte di Massimo Moratti, come detto, è dunque passata senza ulteriori complicazioni. Nessuna crisi: ed è già una buona notizia. La situazione resta stazionaria. E i lievi miglioramenti sono all’interno di un quadro clinico generale ancora critico. L’equipe medica procede con estrema cautela. Si è già cominciato ad alleggerire la sedazione. Moratti ha aperto gli occhi e dato segnali di riconoscere chi lo circondava. Ma rimane intubato. Ricordiamo che il ricovero si era reso necessario proprio perché l’ex patron dell’Inter aveva manifestato difficoltà a respirare. La diagnosi di polmonite aveva così consigliato il ricovero immediato e l’avvio di terapie impattanti. 
Accanto a Moratti si alternano i familiari dalla moglie Milly, alla sorella Bedi, ai figli. Da loro viene l’invito a mantenere il riserbo e rispettare la situazione che sta vivendo il loro congiunto. L’ex presidente dei nerazzurri è reduce negli ultimi anni da interventi importanti. Che sicuramente stanno incidendo su quanto gli sta accadendo in questi giorni. 
Nel settembre di due anni Moratti era stato ricoverato al Galeazzi per un intervento di angioplastica. A eseguirlo era stato un luminare della cardiologia, il professor Antonio Bartorelli, responsabile dell’unità operativa di cardiologia interventistica universitaria. Da quel momento Moratti era tenuto in osservazione costante. Le uscite negli ultimi mesi si erano diradate. Lo scorso maggio, coinciso anche con i festeggiamenti per i suoi ottant’anni, aveva rinunciato alla trasferta di Monaco di Baviera dove la sua l’Inter era impegnata nella finale, poi malamente persa, contro il Paris St Germain. Una rinuncia che era costata molto al presidente. Il più prestigioso trofeo europeo è sempre rimasto nel cuore di Moratti. L’Inter di suo padre Angelo si guadagnò l’aggettivo «Grande» proprio in virtù dei due trionfi consecutivi nel 1964 e 1965. Vittorie rinverdite molti decenni dopo proprio grazie alla squadra allestita da Massimo Moratti che alzò la Champions League nella notte del Bernabeu nel 2010. L’ultima vittoria di una squadra italiana. 
La battaglia che sta combattendo Moratti vede fare il tifo per lui non solo il popolo nerazzurro. Sui social e nelle chat dei club nerazzurri sono centinaia i messaggi di incoraggiamento e di pronta guarigione. 
Un sentimento condiviso anche dalle tifoserie degli altri club italiani. A cominciare dai cugini rossoneri del Milan. Ma è un afflato che arriva da tutto il Paese. 
Il nome Moratti è inscindibilmente legato all’epopea calcistica nerazzurra ma è anche un vanto del capoluogo ambrosiano. Sono tantissime le iniziative di solidarietà che vedono la famiglia Moratti impegnata in prima linea. A volte anche senza ostentazioni, nel silenzio. Una generosità vera che tutta la città riconosce. Moratti rappresenta un simbolo di quella Milano industriosa che ha davvero il «cuore in mano».