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 2025  agosto 28 Giovedì calendario

La Mecca del Digital detox

Nessuna spa glamour da postare, niente mail da controllare, né selfie da scattare. Oggi il vero lusso sembra un altro: sparire. Non dalla vita sociale, ma da quella digitale. Scappare dai like, dalle notifiche, dalle chat che non finiscono mai. Così nasce la febbre dei “digital detox retreat”, luoghi insoliti dove il tempo rallenta e l’assenza di wi-fi diventa un privilegio. Resort esclusivi, ex monasteri, eco-lodge remoti: piccole oasi di silenzio che ti costringono a disintossicarti da smartphone e social network. Non è solo suggestione come nella serie tv “The White Lotus": il fenomeno è reale. Sempre più strutture infatti chiedono agli ospiti di spegnere tutto al momento del check-in.La Mecca italiana del digital detox per eccellenza, conosciuta in tutto il mondo, si chiama “Eremito”. Un ex monastero del 300, nascosto tra le colline dell’Umbria, trasformato in un santuario senza tecnologia. Qui il Wi-Fi non arriva, il segnale del telefono sparisce, non ci sono televisori. Le stanze sono monacali, illuminate solo da candele, con pareti di pietra e finestre che si affacciano su boschi di querce. L’unico suono è quello dei grilli fuori dalla finestra. Ma il fenomeno è globale e prende forme diverse. In India, il “Six Senses Vana” unisce Ayurveda, yoga e meditazione in un programma che ti “ripulisce” dentro e fuori, mentre in Inghilterra la struttura “Unplugged” gestisce 40 cabine in stile scandinavo immerse nella natura dove il cellulare viene chiuso a chiave in un lucchetto sigillato. Qua, al check-in, ti consegnano giochi da tavolo, una macchina fotografica analogica e ti invitano a “ricordare come ci si annoia”. In Messico, ci sono i lussuosi Grand Velas Resorts che offrono un “Digital Detox Program” e all’arrivo, un assistente personale il cosiddetto Detox Concierge ritira tutti i dispositivi. In Irlanda, “Samsú” propone invece bungalow indipendenti immersi nella natura, senza Wi-Fi né tecnologia. E poi ci sono le proposte più “esperienziali": i ritiri yoga offline, le spa isolate, i surf camp senza telefono. In più piattaforme come “The Global Retreat Company” riunisce centinaia di destinazioni in tutto il mondo, dai monasteri tibetani agli eco-lodge delle Ande. La richiesta di questi ritiri è in crescita al punto che persino le agenzie di viaggio propongono pacchetti “offline": vacanze che non vendono l’esperienza, ma l’assenza. Secondo l’indagine It’s Time to Log Off, organizzazione britannica specializzata in disintossicazione digitale, passiamo in media un giorno intero a settimana online, e il 62% degli adulti ammette di odiare il tempo passato davanti agli schermi. Anche l’industria del turismo ne ha preso atto. L’Hilton Trends Report 2025 conferma il trend: un viaggiatore su quattro sta pianificando vacanze senza social network. Eppure, il detox non è indolore. Uno studio delle Università di Greenwich ed East Anglia mostra che le prime 24 ore senza telefono sono le più difficili: ansia, irritazione, perfino la compulsione fisica di controllare lo schermo. Dopo 48 ore, però, il corpo si riadatta, il tempo rallenta, la percezione cambia. È questo il cuore dell’esperienza: a casa puoi “provare” a staccare, ma sai che basta uno swipe per cedere. In questi luoghi, invece, non hai scelta: WhatsApp non si apre, Instagram non esiste. Sei costretto a riprogrammare le tue giornate senza schermi. Per molti, diventa quasi un percorso spirituale, spesso accompagnato da meditazione, yoga, camminate lente e rituali di introspezione. Disconnettersi dalla rete diventa un modo per riconnettersi con se stessi. Anche i vip inseguono la lentezza. Pochi giorni fa, Gianni Morandi ha annunciato con un video su Instagram la sua nuova pausa dai social: «Il telefono non ce la fa più a starmi dietro», ha sorriso, promettendo un ritorno tra qualche mese. Un gesto che riflette un sentimento sempre più diffuso: la voglia di fermarsi