Il Messaggero, 28 agosto 2025
Minneapolis, orrore in chiesa
«Non dite che è il momento dei pensieri e delle preghiere. Quei bambini stavano letteralmente pregando». Con queste parole straziate il sindaco di Minneapolis Jacob Frey ha dato voce allo sgomento di una città precipitata nell’incubo. Nella mattina di ieri, due bambini di 8 e 10 anni sono stati uccisi mentre sedevano nei banchi di una chiesa cattolica, durante la messa che apriva il nuovo anno scolastico. Altri 17 fedeli sono rimasti feriti, quattordici dei quali bambini: due sono in condizioni critiche. Il massacro si è consumato poco dopo le 8.30 all’Annunciation Catholic School, istituto elementare privato con circa 400 alunni. Nella chiesa gremita di studenti e personale scolastico, il silenzio della preghiera è stato squarciato dal rumore delle armi. Un giovane killer vestito di nero, armato con un fucile, una pistola e un fucile a ripetizione, ha sparato decine di colpi dall’esterno dell’edificio, mirando attraverso le finestre contro bambini e fedeli. L’uomo ha infine rivolto l’arma contro sé stesso e si è tolto la vita dietro l’edificio. L’Fbi ha annunciato che considera la sparatoria di Minneapolis come terrorismo e «crimine d’odio contro i cattolici».Poche ore dopo il killer veniva identificato: era Robin Westman, un giovane che in quella scuola si era diplomato nel 2017, senza precedenti penali, autore però sui social di testimonianze inquietanti. Aveva postato video in cui mostrava le armi che avrebbe poi usato e dichiarava odio verso i cristiani, gli ebrei, gli indiani, e un odio speciale contro Trump. Nelle immagini mostra le scritte sui caricatori «uccidi Donald Trump» e «per i bambini». Non mancavano slogan filo-russi, filo-trans e filo-comunisti. In un diario-manifesto scritto sia in inglese sia in russo, parlava della sua depressione, del desiderio di morire e della decisione di compiere una «azione finale contro il mondo». Sempre sui social si dichiarava transgender, a 17 anni aveva chiesto l’autorizzazione di cambiare il nome da Robert a Robin. «Il suo è stato un atto deliberato di violenza contro bambini innocenti e persone in preghiera», ha dichiarato il capo della polizia Brian O’Hara. E difatti, le porte laterali della chiesa erano state sbarrate con assi di legno, dettaglio che lascia intuire una preparazione fredda e mirata. All’arrivo degli agenti, la scena era devastante. Sangue dappertutto, alcuni bambini erano rimasti nascosti sotto i banchi, altri urlavano cercando i genitori. «Gli agenti hanno tentato subito di prestare i primi soccorsi e di portare in salvo i piccoli ancora nascosti», ha spiegato O’Hara. Ambulanza dopo ambulanza, le vittime sono state trasportate negli ospedali cittadini. Medici e infermieri hanno parlato di ferite da armi ad alta velocità, difficili da trattare perché colpiscono più organi contemporaneamente: «Ci prepariamo a eventi violenti di massa, ma non è mai facile – così il dottor Thomas Wyatt, responsabile del pronto soccorso -. Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse: sale operatorie, banche del sangue, psicologi. Ma l’impatto emotivo resta enorme». Nel quartiere di Minneapolis dove sorge la scuola, il dolore si è trasformato presto in rabbia. Famiglie in lacrime sono state riunite con i figli scampati all’attacco in un centro di accoglienza allestito in fretta. La comunità cattolica ha parlato di «un sacrilegio indicibile». La diocesi ha annunciato una veglia di preghiera per ricordare le vittime, i genitori chiedono sicurezza per scuole e chiese, «luoghi che dovrebbero essere i più sicuri in assoluto». Il governatore del Minnesota ed ex candidato alla vicepresidenza con Kamala Harris, Tim Walz, ha scritto su X: «Prego per i nostri ragazzi e insegnanti, la cui prima settimana di scuola è stata distrutta da questo orribile atto di violenza». Trump ha chiamato Walz, per esprimere il suo cordoglio: «Una tragica sparatoria, preghiamo per le persone coinvolte». Mentre gli investigatori cercano di ricostruire il profilo dell’attentatore e di capirne il movente, la violenza rischia di venire strumentalizzata. In queste settimane Trump ha lanciato una crociata contro la criminalità delle grandi città, sostenendo che è fuori controllo, quando invece i dati provano che sta ovunque diminuendo. Commentatori filo-Trump ieri già citavano la sparatoria come prova che ha ragione. Invece i democratici insistono che il problema è la diffusione incontrollabile di armi. A Minneapolis il sindaco piange: «Quei bambini erano in chiesa, erano lì per pregare». Papa Leone ha inviato le sue condoglianze: «Sono profondamente rattristato nell’apprendere della perdita di vite umane e dei feriti».