La Stampa, 28 agosto 2025
Il presidente di Sorrentino è Mattarella?
La tentazione di identificare Toni Servillo con Sergio Mattarella è quasi irresistibile: l’attore protagonista del nuovo film di Paolo Sorrentino interpreta un presidente della Repubblica che, con profondo tormento interiore, concede il perdono in un caso di eutanasia. E guarda combinazione, nel 2019 l’attuale capo dello Stato aveva cancellato il residuo di pena a due pensionati che avevano ucciso le rispettive compagne di vita, malate terminali di Alzheimer.Se il regista premio Oscar ha deciso di farne il film presentato alla Mostra del cinema di Venezia, lo spunto si deve senza dubbio alla scelta di Mattarella, il quale si caricò sulle spalle la responsabilità di supplire a un Parlamento con la testa altrove. Ma qui si fermano le similitudini perché, come lo stesso Sorrentino correttamente avverte, il racconto cinematografico costruisce un personaggio presidenziale in cui l’attuale inquilino del Colle faticherebbe a riconoscersi: e il condizionale è necessario se non altro perché Mattarella, in vacanza nel Trentino, non ancora ha visto la pellicola. Tantomeno lo staff presidenziale è intervenuto sulla sceneggiatura (a parte qualche consulenza richiesta dal regista in tema di procedure).Prova ne sia che il presidente del film è vedovo con una figlia convivente; ma in questo caso la somiglianza, semmai, è con Oscar Luigi Scalfaro. L’accento partenopeo riporta alla memoria Giovanni Leone e Giorgio Napolitano, i quali però vedovi non furono. Chi si dimise prima della scadenza fu Francesco Cossiga; Mattarella invece è stato riconfermato per altri sette anni dopo il primo mandato. Insomma: come in tutte le opere d’arte la verità storica a un certo punto sbiadisce e prende il volo la fantasia.