la Repubblica, 28 agosto 2025
Prevost parla della sua visione di dottrina sociale della Chiesa
Pubblichiamo alcuni stralci della prefazione al libro di John J. Lydon McHugh “La dottrina sociale della Chiesa” uscito in Perù nel 2023, firmata dall’allora cardinale Robert Francis Prevost, oggi papa Leone XIVLa domanda che vorrei porre potrebbe essere la seguente: cosa possiamo imparare da una “dottrina sociale della Chiesa cattolica”? Scrivo tra virgolette “dottrina sociale della Chiesa cattolica”, e sottolineo la parola “imparare”, perché ritengo che uno dei pericoli che minacciano la riflessione ecclesiale sulle questioni sociali sia proprio l’oblio di questa importante connessione. Voglio dire che la dottrina sociale della Chiesa si impara, e si impara qualcosa che va oltre le semplici definizioni o concetti, per rispondere e affrontare questioni controverse o socialmente urgenti. L’apprendimento che ci offre lo studio sereno della dottrina sociale della Chiesa non si dirige tanto alla memoria, per imparare cose da non dimenticare, quanto invece al modo di avvicinarci alla società e alle persone. La dottrina sociale della Chiesa vuole aiutarci ad avvicinarci ai problemi sociali nel modo più sano possibile, cercando il bene e rispondendo positivamente a ogni problema.Non dobbiamo giudicare frettolosamente il termine “dottrina”. La dottrina sociale della Chiesa non intende “indottrinare” le persone che cercano risposte nella riflessione ecclesiale.L’indottrinamento è immorale, impedisce il giudizio critico, attenta alla sacra libertà del rispetto della propria coscienza – anche se errata – e si chiude a nuove riflessioni perché rifiuta il movimento, il cambiamento o l’evoluzione delle idee di fronte a nuovi problemi. Tuttavia, la dottrina in quanto riflessione seria, serena e rigorosa, intende insegnarci, in primo luogo, a saperci avvicinare ai problemi in questione.Chiunque voglia imparare ciò che questo o quel Pontefice ha detto su questo o quel problema è libero di farlo, ma non è questo l’obiettivo di una dottrina sociale della Chiesa. L’obiettivo è imparare ad affrontare i problemi, che sono sempre diversi, perché ogni generazione è nuova, con nuove sfide, nuovi sogni, nuove domande. La dottrina sociale della Chiesa intende favorire un vero accesso alle questioni sociali, non vuole alzare la bandiera del possesso della verità, né in merito all’analisi dei problemi, né nella loro risoluzione. Nelle questioni sociali è più importante saper avvicinarsi che dare una risposta affrettata sul perché è successo o su come superarlo.La risposta della Chiesa è una sorta di contro-risposta. Da un lato risponde al marxismo e, dall’altro, al liberismo. Ora, la ragione per cui la Chiesa assume il compito di rispondere a queste due ideologie socio- economiche e politiche è quella di ricordare al mondo che non possiamo cadere sotto il predominio ideologico, qualunque sia l’ideologia in questione. Ogni ideologia, per quanto perfetta possa sembrare, finisce per degenerare in un’utopia, dalla quale l’uomo non esce indenne. Un’utopia che lo conduce a lottare o per rendere tutti uguali, o per ottenere il proprio vantaggio egoistico, nonostante la morte del proprio fratello. La Chiesa assume un ruolo che non le spetterebbe solo se le risposte alle questioni sociali fossero veramente a favore degli esseri umani e dell’umanità. Ma le analisi ideologiche, se le avviciniamo e le analizziamo seriamente, risultano in qualche punto dannose, perché dimenticano che le questioni sociali, politiche o economiche sono, in fondo, questioni morali. La Chiesa non pretende che i governi guidino i propricittadini con un’enciclica sociale, ma che possano avvicinarsi veramente ai problemi sociali come problemi morali e analizzarli con criteri e principi morali. Questa è la motivazione della Chiesa: creare coscienza morale, con criteri morali, con principi etici autentici, rispettando il giudizio critico di ogni individuo e l’autonomia dei popoli e dei loro governi.Sono certo che molti considereranno inadeguato e inappropriato l’intervento della Chiesa nelle questioni sociali. Le dimensioni verticale e orizzontale della Chiesa a volte sembrano inconciliabili. Coloro che preferiscono una Chiesa verticale, che guarda solo a Dio, non sbagliano sicuramente, ma non ritengo che sbaglino nemmeno coloro che guardano ai propri fratelli e sorelle e vogliono vedere nella dimensione orizzontale della Chiesa parte della loro missione. Quante questioni ci interpellano oggi! La realtà della violenza contro le donne, la necessità di rispondere alla triste e umiliante crisi degli abusi sui minori, la realtà dell’abuso di potere o di coscienza, l’attenzione ai divorziati e ai risposati e ai membri della comunità Lgbt; l’ecologia e la cura della casa comune, la protezione dei popoli amazzonici, solo per citare alcuni temi sociali che richiedono un’analisi e una risposta. Cosa diremo? Le definizioni di centotrenta anni fa non sono più adeguate oggi. Ciò non significa che non siano vere o corrette, ma che non sono più adeguate sotto alcuni aspetti. Le situazioni richiedono una nuova analisi e una risposta serena. La Chiesa nella sua dottrina sociale ha saputo avvicinarsi ai problemi e deve farlo anche adesso, partendo dai principi morali fondamentali come la dignità della persona, il bene comune, la solidarietà, la libertàdi coscienza.La dottrina sociale della Chiesa, con tutto il rigore che la caratterizza, non può pretendere di essere una risposta universalmente accettabile, sarebbe utopistico. Può solo pretendere di essere una risposta che rispetti la realtà e che si avvicini a essa in modo adeguato, partendo dai principi e dai criteri più sani e opportuni. Coloro che scelgono la via del marxismo o del liberalismo per rispondere alle questioni sociali sono liberi di farlo. Ma coloro che non trovano soddisfazione nelle risposte offerte da questi sistemi possono avvicinarsi e conoscere l’analisi sociale che la Chiesa sta facendo da centotrenta anni.Chi sono i destinatari di questa dottrina sociale della Chiesa?Ritengo che la decisione di indirizzare la riflessione ecclesiale sui temi sociali ai giovani universitari sia la scelta più azzeccata che si possa fare con la dottrina sociale della Chiesa.Nella coscienza dei giovani si gestiscono le future decisioni politiche. Nella coscienza dei giovani si formano le future relazioni familiari. Nella coscienza dei giovani si risvegliano i nuovi ideali verso i quali una società si animerà a camminare. Nella coscienza dei giovani universitari riposa un trasformatore sociale, un artista, una madre, un padre, un dirigente politico, una combattente per i diritti non ancora riconosciuti, eccetera. Nella coscienza dei giovani universitari si sta formando la società futura. Rivolgersi a loro per insegnare loro ad avvicinarsi al mondo con tutti i suoi problemi sociali mi sembra un compitodi altissimo valore.