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 2025  agosto 28 Giovedì calendario

L’ex capo del Mossad vuole sfidare Bibi al voto

Il sorriso lucido quanto il ciuffo di capelli neri impomatato, Yossi Cohen annuncia che «sì, è pronto a diventare primo ministro». Anche da capo del Mossad la modestia non era il suo forte e si era costruito un profilo pubblico in contrasto con il mandato dell’organizzazione più segreta. Aveva preteso un posto sotto i riflettori nonostante dovesse lavorare nell’ombra: fino al 1996 gli israeliani neppure sapevano quale fosse il nome del direttore dell’Istituto, il manovratore delle spie: a identificarlo solo un’iniziale. 
A Cohen la Y non sarebbe mai bastata. Quando nel 2018 il premier Benjamin Netanyahu annuncia che gli agenti segreti sono riusciti a recuperare i dossier del programma nucleare iraniano, ai reporter arriva la conferma da fonti anonime che il blitz dentro a Teheran sia stato pilotato in diretta da Cohen stesso (la fonte anonima secondo tutti). Bibi lo aveva considerato un possibile successore: adesso l’investitura sembra avverarsi ma non come il primo ministro l’aveva pianificata.
L’ex 007 ha ammesso di pensare alla politica rispondendo a una domanda durante un’intervista: «Le pressioni pubbliche sono pesanti. Ma per realizzare il vero cambiamento devo guidare il governo».
Spiega di aver cambiato idea rispetto alla discesa in campo dopo il cambio di idea in famiglia: «Prima mi raccomandavano di starne lontano, adesso mi incitano a buttarmi». Aggiunge che «il ruolo di leader dovrebbe essere definito in modo diverso, senza la politica. La nostra società è divisa dopo il 7 ottobre del 2023, quello che proporrò sono unità e sicurezza».
Le elezioni sono previste – salvo anticipi – per l’ottobre dell’anno prossimo. I sondaggi prevedono che la maggioranza intenda punire Netanyahu per i massacri di due anni fa, tragedia per cui non si è preso alcuna responsabilità.
Gli israeliani sanno che Cohen è un chiacchierone, può non guastare da politico. Avrebbe spiattellato dettagli delle operazioni clandestine a quella che il programma investigativo del Canale 13 ha sostenuto essere stata la sua amante, una relazione iniziata nel 2018 quando Cohen era il boss delle spie.
I due si sarebbero conosciuti sull’aereo dove la donna lavorava come assistente di volo e di altri suoi viaggi in giro per il mondo – che però avrebbero dovuto rimanere segreti – Yossi si sarebbe vantato con lei e pure con il marito.
La destra moderata sembra già muoversi in vista della campagna elettorale. Benny Gantz, ex capo di stato maggiore, è passato da principale minaccia per Netanyahu a parlamentare irrilevante: il suo partito non supererebbe la soglia per entrare in Parlamento.
Così Avidgor Lieberman si è incontrato ieri con Naftali Bennett per discutere come prendere quei voti rimasti a diposizione tra il centro e i conservatori. Annunciano insieme che gli israeliani devono poter andare alle urne al più presto per «riparare la nazione in pezzi».