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 2025  agosto 25 Lunedì calendario

Farmaci e corruzione, guai per Milei: indagini sulla potente sorella Karina

«Stanno rubando». In Argentina, era un’accusa ricorrente nei confronti dei politici. La novità, se verrà confermata dagli inquirenti, è che stavolta le «mani sporche» sono di chi aveva promesso di mandare a casa con la moto-sega i «ladrones» e nei guai rischia di finire Karina Milei, sorella ed eminenza grigia del presidente libertario. A sparare la «bomba» è Diego Spagnuolo, ex direttore dell’Agenzia nazionale per la disabilità e assiduo frequentatore di Olivos, la residenza presidenziale: in una registrazione audio filtrata alla stampa, chiama in causa Karina e il suo principale collaboratore, Eduardo «Lule» Menem, figlio della cugina dell’ex presidente Carlos. Nelle conversazioni registrate, apparentemente rubate al tavolino di un bar, Spagnuolo racconta che i due avrebbero intascato ogni mese tangenti dai 500 agli 800 mila dollari in cambio dell’acquisto di farmaci che lo Stato fornisce per legge ai disabili. Ossia tra il 3 e il 4% delle fatture della società Suizo Argentina. «Stanno appropriandosi indebitamente dei miei fondi. Hanno incaricato un tizio che gestisce tutto ciò che riguarda le mie casse», si sente nell’audio. «Chiederanno soldi alla gente, ai fornitori». Invece di sporgere denuncia, Spagnuolo avrebbe avvertito l’amico Javier Milei: «Stanno rubando». Risultato? È stato licenziato dal governo e ora sta valutando se collaborare con la giustizia.
L’opposizione cavalca lo scandalo. L’avvocato dell’ex presidente peronista Cristina Kirchner, ai domiciliari dopo la condanna a sei anni per corruzione, ha chiesto l’apertura di un’indagine su Spagnuolo, Karina Milei, Menem e i dirigenti di Suizo Argentina per frode e corruzione. La polizia ha fatto diverse perquisizioni, sequestrando documenti e denaro.
Milei e la potente sorella – «mi jefe», il mio capo, come la definisce lo stesso Javier – hanno scelto, per ora, il profilo basso. Né Spagnuolo né il governo hanno però denunciato la registrazione «rubata» come una fake news. Al contrario, il capo di gabinetto Guillermo Francos ha chiarito che non vuole «mettere la mano sul fuoco su nessuno».
A poche settimane dalle elezioni legislative di metà mandato, il 26 ottobre, il presidente non dorme sonni tranquilli e non sorride neppure nella foto con il collega ecuadoriano in visita, Daniel Noboa (uno brandisce la motosega, l’altro il machete). È noto che all’interno del potere «mileista» sono in corso faide feroci e che alcuni alti funzionari mal sopportano Karina, segretaria della Presidenza e facente funzione di first lady. Tra i più scettici ci sarebbe Santiago Caputo, consigliere di Milei e artefice della vittoria alle elezioni del 2023, che supervisiona i servizi segreti. A peggiorare il quadro, la prossima settimana si riunirà di nuovo la commissione parlamentare d’inchiesta sullo scandalo della criptovaluta $Libra, il cui valore schizzò alle stelle quando Milei la sponsorizzò sui social per poi crollare quando ritirò il suo appoggio, provocando decine di denunce per frode da Buenos Aires a New York.