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 2025  agosto 23 Sabato calendario

Biografia di Iva Zanicchi

Pippo mi presentò a Castrocaro, ero una debuttante» racconta Iva Zanicchi «a cena mi confidò che la sua aspirazione era presentare il festival di Sanremo. La mia, cantare al festival: il destino ci ha premiato. Lui lo ha condotto tredici volte, io ne ho fatti undici e ne ho vinti tre. Baudo era un signore, tutti gli dobbiamo qualcosa».
Un episodio in particolare?
«Nel 2003 andai a Sanremo con
Fossi un tango. Volevo un look sofisticato, Vergottini mi fece un caschetto come Valentina. Alle prove, Pippo si avvicina: “Se non entri in finale, fai un esame di coscienza: la canzone è bella, la ascolteremo in auto, ma la gente non ti riconosce. Non sei più tu».
Non entrò in finale?
«No. Aveva ragione. Capiva tutto. Ero all’Ariston come ospite, mi chiede di seguire con lui le prove dei giovani. Arriva una ragazza, mi fa: “Guarda come tiene il microfono, come lo allontana e lo avvicina, che voce. Farà strada, anche all’estero”. Era Laura Pausini».
Hanno parlato tutti di lei perché a “Battiti live”, ha cantato scalza, come Sandie Shaw.
(Ride) «Ma non per moda o per fare la hippy, mi ero slogata una caviglia. Dovevo cantare con A-Clarke e Vinny Dolce far niente.
Sarei salita sul palco in ginocchio».
Non si arrende mai?
«Mai. A una certa età si perdono i freni inibitori, faccio quello che mi pare, ma senza esagerare. Ho duefreni: mia figlia e mia nipote».
Un anno fa, l’8 agosto, moriva Fausto Pinna, il suo compagno.
«In Sardegna, davanti al suo mare, so che è con me. È stato coraggiosissimo, non si è mai lamentato. Andava avanti con la morfina. Siamo stati 40 anni insieme. Era dolce. Ci univa l’affetto e l’allegria, si divertiva con me. Un giorno mi ha detto: “Iva, fai qualcosa per farmi ridere”. Mi sono messa a camminare nuda. Ha alzato gli occhi al cielo: è pazza».
Del trionfo al Madison square garden, nel 1973, che ricordo ha?
«Fu la tournée più esaltante, cantavo con Gianni Morandi: tutto esaurito, 20mila persone. Ci siamo divertiti, vedere i cartelloni coi nostri nomi a New York faceva effetto. Andammo pure a Toronto».
Racconti.
«Eravamo ospiti di una famiglia italiana ricca, importava l’olio. Non era mai più tornata in Italia: “Eh, voi non avete il gabinetto”. Visita nella casa, ci mostrano la vasca da bagno con i rubinetti d’oro. Gianni ride, si sdraia: “Iva, è un letto?”».
Frank Sinatra l’ha corteggiata?
«Ma no. Visto il trionfo, l’impresario fa: chiedete quello che volete.
Sparo: “Vorrei conoscere Sinatra”.
Salone al Waldorf Astoria, mi vesto come un albero di Natale. Affido al comico Franco Rosi il messaggio per Sinatra: “Sono Iva Zanicchi, vorrei conoscerla”. Viene respinto dalle guardie del corpo, poi arriva il biglietto: “Domani nella mia suite”».
Andò?
«Le pare? Una signorina disse subito: “Ci vado io”».
Fellini la chiamò per il ruolo di Gradisca in “Amarcord”.
«Arrivai da Reggio Calabria in pienaestate, stravolta. “Vedo che sei stanca, torna tra una settimana”. Mi spiega che seguiva Canzonissima.
Stiamo insieme una settimana, cene in case prestigiose, con Sordi, la Simionato. Non mi fece il provino, aveva disegnato una donna vestita di rosso: era Sandra Milo. Glielo dissi. “Zanicchina, sei furbina.
Penserò a te per un altro ruolo”».
Nel 1979 posa per Playboy: fiera?
«È l’unica cosa di cui mi sono pentita. I 40 anni sono l’età della stupidera, gli scatti erano del mio amico Angelo Frontoni. Da Castelnuovo ne’ monti a Ligonchio, comprai tutte le copie. Papà non l’ha mai visto, ma un suo amico toscano sì: “La tua figliola non è male”. Mamma gli spiegò che avevo fatto un servizio per
Famiglia cristiana.Dopo tre mesi, tour a Tokyo, ero su Playboy giapponese».
In tv la chiamò Berlusconi?
«Sì, dopo Premiatissima, con Dorelli e Ornella Muti. Avevo raccontato qualche fatterello del mio paese.
“Perché non prova?”. Due mesi sono diventati dieci anni. L’ultima chiamata: “Posso mandarti due mazzi di fiori?”. “Ma no, ne basta uno”. Mi fece recapitare due quadri con fiori bellissimi».
Non voleva che si candidasse.
«Diceva: “La gente ti ama, sentirai solo l’odio. Non ti aiuto”. Mi sono fatta tutti i mercati, cantavo Fiume amaro. Ce l’ho fatta. Spiegai che avevo speso solo 15 mila euro per la campagna elettorale, convinta di dire una cosa bella. Tutti muti».
Pier Silvio Berlusconi in politica?
«È affabile e conquista le persone.
Ma mi auguro che non scenda in politica. Lo massacrerebbero, il nome Berlusconi fa ancora paura».
La prossima stagione sarà in Rai?
«Il contratto con Mediaset mi scade tra poco. Diaco mi voleva nel suo programma, mi sarebbe piaciuto, ma non potevo fare uno sgarbo».
Ha un rimpianto?
«Mi dispiace aver trascurato il cinema. Il vero amore è la musica, ringrazio Dio, a 85 anni canto».
La rivalità con Mina?
«Scherza? Non esiste, abbiamo la stessa età e lei faceva già Studio uno.
Ha sconquassato tutto con quella voce, soprano e jazzista naturale».
E il rapporto con Ornella Vanoni?
«Mi danno il premio a Sanremo, mi fa i complimenti e aggiunge: “L’han dato anche a me”. Sei mesi fa mi telefona: “Ma sei Iva? Non sei morta? Mi avevano detto che eri morta… Allora ciao”. È unica».