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 2025  agosto 24 Domenica calendario

I carri armati assediano Gaza City. Gantz a Netanyahu: governo di unità


GERUSALEMME Ripongono la speranza nell’uomo che in parte gliel’ha tolta. «Un paio di ostaggi è morto in cattività», dichiara Donald Trump, mentre per il governo israeliano quelli in vita ancora tenuti a Gaza restano venti.
È al presidente americano che i famigliari dei rapiti si rivolgono dal palco dove ogni giorno urlano la loro angoscia al mondo: «L’unico in grado di convincere Bibi a fermare la guerra».
I parenti stanno tentando di premere sul governo di Benjamin Netanyahu perché interrompa l’invasione della città di Gaza e accetti l’accordo parziale: Hamas sarebbe disposta a rilasciare una decina di prigionieri in cambio di sessanta giorni di pausa nei combattimenti e la scarcerazione di centinaia di detenuti palestinese. «Se l’invasione procede, non ci sarà più la possibilità di un accordo», denuncia Einav Zangauker, madre di Matan, portato via dal kibbutz Nahal Oz il 7 ottobre 2023.
Le truppe continuano ad avanzare tra i palazzi in macerie della metropoli palestinese. I carri armati si sono avvicinati ieri al centro e i bombardamenti hanno continuato a colpire queste aree: i palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore sono 61 – quasi 63 mila dall’inizio del conflitto –, tra loro otto morti per malnutrizione. «I nostri magazzini sono pieni di cibo, ma gli aiuti restano bloccati. La carestia può essere frenata», lancia un appello l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.
I 60 mila riservisti richiamati per l’operazione verranno dispiegati dal 2 settembre, l’esercito vuole spingere la popolazione – oltre un milione di persone – a lasciare la città, l’ennesimo trasferimento forzato per chi ha già perso tutto.
In strada a Tel Aviv è sceso anche un gruppo di arabi israeliani, sostenuti da manifestanti ebrei, che hanno esposto i cartelli «stop al genocidio» e mostrato le immagini dei bimbi palestinesi uccisi durante questi ventidue mesi di conflitto. Altri dimostranti hanno inveito contro Itamar Ben-Gvir, il ministro per la Sicurezza Nazionale: «Sei un criminale che sta affossando ogni possibilità di accordo».
Perché il leader dei coloni, assieme a Bezalel Smotrich, minaccia Netanyahu di lasciarlo senza maggioranza, se dovesse decidere di accogliere la proposta presentata dai mediatori egiziani e del Qatar, che ricalca un documento simile presentato dagli americani in primavera. I ministri messianici e oltranzisti vogliono proseguire con le battaglie fino all’occupazione totale di Gaza, dove progettano di ricostruire le colonie evacuate nel 2005.
È per questa ragione che l’ex generale Benny Gantz ha ieri sera offerto ancora una volta una rete di sostegno al premier: è disposto a entrare in un governo di emergenza nazionale per garantire i voti necessari a raggiungere un patto con Hamas e a far passare la legge che imponga agli studenti delle scuole religiose di prestare il servizio militare obbligatorio. I partiti ultraortodossi – gli altri alleati di Netanyahu – sono pronti a lasciare la coalizione, se l’esenzione garantita da decenni venisse annullata.