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 2025  agosto 24 Domenica calendario

Roma Dall’opposizione l’accusa è, più o meno per tutti, che Matteo Salvini abbia esposto l’Italia a una brutta figura, messo in imbarazzo il suo governo e che per questo la presidente del Consiglio debba rompere il silenzio, chiarire con Parigi e riferire in Parlamento: «Le intemerate di Salvini non mettono in difficoltà solo il governo, con Tajani e Meloni che rivendicano col loro alleato leghista il proprio ruolo in politica estera, ma imbarazzano il Paese», dice la segretaria del Pd Elly Schlein

Roma Dall’opposizione l’accusa è, più o meno per tutti, che Matteo Salvini abbia esposto l’Italia a una brutta figura, messo in imbarazzo il suo governo e che per questo la presidente del Consiglio debba rompere il silenzio, chiarire con Parigi e riferire in Parlamento: «Le intemerate di Salvini non mettono in difficoltà solo il governo, con Tajani e Meloni che rivendicano col loro alleato leghista il proprio ruolo in politica estera, ma imbarazzano il Paese», dice la segretaria del Pd Elly Schlein. La Lega prova a mantenere la posizione, dettando perfino alla Francia le condizioni per chiudere l’incidente diplomatico: «Macron smentisca la volontà di inviare soldati europei a combattere in Ucraina», sostiene Massimiliano Romeo.
L’ultima contesa tra Italia e Francia, che vede Parigi convocare l’ambasciatrice all’Eliseo, nasce giovedì quando il vicepremier leghista invita pubblicamente il presidente Emmanuel Macron ad «attaccarsi al tram» e correda la reprimenda rivolgendogli un sarcastico: «Vacci tu in Ucraina, se vuoi, ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai. Bombaroli e guerrafondai tacciano». Così, dopo qualche ora senza prese di distanze da parte del governo italiano, il governo francese convoca l’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro: «Questi commenti – riporta una fonte citata dalla France Presse – sono contrari al clima di fiducia e alle relazioni storiche tra i due Paesi, nonché ai recenti sviluppi bilaterali che hanno evidenziato forti convergenze, in particolare sull’Ucraina». I «recenti sviluppi» come, per esempio, quella visita di riconciliazione di Macron a Palazzo Chigi solo a giugno.
Nel clima infuocato, Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno indicato dalla Lega, prova a minimizzare l’incidente: «La politica a tutte le latitudini si alimenta e si esercita anche attraverso espressioni forti. Salvini è un leader politico e quindi utilizza a volte una terminologia molto molto forte per veicolare i suoi messaggi». Isolano la posizione di Salvini gli alleati di Forza Italia, il cui leader è il titolare della Farnesina Antonio Tajani: «La politica estera italiana – rivendica gelida la vicesegretaria di FI, Deborah Bergamini – spetta al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri. L’accaduto non cambierà i nostri rapporti di amicizia con la Francia, pur nelle diverse sensibilità. Siamo alleati con Parigi e lo rimarremo».
Quasi tutte le forze di opposizione, però, non intendono lasciar cadere ne conciliare. «La nostra ambasciatrice convocata dall’Eliseo per dare conto delle ripetute offese del nostro vicepremier è una umiliazione per il nostro Paese e fonte di imbarazzo per la nostra rete diplomatica», sostiene Riccardo Magi di +Europa. «Meloni sconfessi Salvini e riferisca in Parlamento», gli fa eco Benedetto Della Vedova dello stesso partito. Levata di scudi anche da Italia viva, con Enrico Borghi che rimprovera Giorgia Meloni «di non aver chiarito da subito la posizione esponendo il Paese a una brutta figura internazionale». Per Sandro Gozi, eurodeputato italiano di Renew Europe, eletto in Francia, «il silenzio di Meloni mentre il suo vice insulta un presidente amico e alleato fa rumore più di mille voci».
«Questo governo si dimostra non all’altezza della grande tradizione diplomatica italiana», punge la leader del Pd Schlein. Angelo Bonelli, di Avs, rimprovera a Salvini «il linguaggio da osteria, volgare, non adeguato al ruolo» e a Meloni di «non censurarlo».
Sulla stessa linea con la sinistra si trova anche Carlo Calenda (Azione): «Salvini, come al solito, usa toni inutilizzabili da un vicepremier. Si può dissentire da un altro capo di Stato, ma non parlare come un bullo al Bar dello sport».
Se Salvini non arretra e in tv giudica Macron «troppo permaloso», la Lega contrattacca: «Non stupisce che la sinistra rafforzi le proprie posizioni anti-italiane e guerrafondaie e il proprio servilismo verso alcuni governi stranieri come Parigi».