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 2025  agosto 23 Sabato calendario

Un caso il video choc di Almasri

Roma Agguanta un uomo per la gola, lo scaraventa a terra, gli si avventa contro con pugni e calci, con violenza brutale, finché, esanime, lo trascina sull’asfalto. Sul marciapiede una chiazza di sangue. Secondo la testata libica Al Masdar Media, che ha pubblicato il video, l’autore, in veste bianca, di quella violenza feroce è «il generale Osama Njeem Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale, mentre uccide un cittadino innocente in una strada di Tripoli». Lo stesso che apparve sorridente sulla scaletta dell’aereo di Stato italiano che lo aveva rimpatriato a Tripoli, dopo l’arresto in Italia e la repentina scarcerazione costata la richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale dei ministri nei confronti di Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano.
E così, rilanciato dall’ong Refugees In Libya, quel video choc ha subito scatenato aspre accuse dalle opposizioni che attaccano: «Meloni, guarda chi hai liberato – dice Angelo Bonelli, Avs —. Quell’uomo continua a mietere vittime».
Palazzo Chigi ha avviato subito verifiche per capire se si trattasse davvero di Almasri o di un fake confezionato dalla fazione avversa ad Almasri e alla Rada, la milizia di Tripoli. Da contatti avviati dalla nostra intelligence con elementi di vertice della Rada è emerso che quel video è autentico. Anche se – è la risposta di fonti della stessa milizia – non sarebbe stato girato dopo la scarcerazione italiana e il ritorno in patria, ma risalirebbe al 2021 o 2022.
La Rada ha risposto dopo aver interpellato lo stesso Almasri, che si è riconosciuto in quei fotogrammi e ha fornito anche la «motivazione» di tanta brutalità. Secondo il suo racconto, quell’uomo aveva parcheggiato male nei pressi della sua abitazione. E alla sua richiesta di spostare il mezzo avrebbe reagito tirando fuori una pistola. Pugni e calci erano mirati, secondo i suoi ricordi, a disarmarlo. Ma non gli avrebbero causato la morte né «lesioni gravi». Anzi, trascinato via sarebbe stato anche denunciato.
Vero o no, resta la violenza, sia pure precedente alla scarcerazione, che si aggiunge alle accuse di torture e omicidi della Cpi. E l’opposizione va all’assalto del governo. Elly Schlein, segretaria dem, lo fa col beneficio del dubbio: «Immagini terrificanti. Se fossero verificate Meloni non può più esimersi dallo spiegare agli italiani per quale motivo il suo governo, con una scelta politica che lei stessa pochi giorni fa ha rivendicato, ha volutamente ignorato il mandato di cattura della Cpi che pende su Almasri per i suoi crimini, gli omicidi e le torture, e lo ha liberato e riaccompagnato a Tripoli dove sta continuando a uccidere». Debora Serracchiani rincara: «La giustizia è stata piegata e offesa in nome di interessi e calcoli ripugnanti». Riccardo Magi (+Europa) accusa Meloni (archiviata dal Tribunale dei ministri) e i ministri Nordio e Piantedosi di avere le «mani sporche di sangue».
Anche Giuseppe Conte, leader M5S, si rivolge alla premier: «Le hai viste quelle immagini? Un briciolo di coscienza ti è rimasta? Così solerte e ciarliera nella propaganda di governo, su Almasri non hai nulla da dire?». E aggiunge: «Da mesi in silenzio, continui a non dirci le vere ragioni per cui avete rimpatriato un torturatore omicida, sottraendolo alla giustizia italiana. Perché non spieghi agli italiani se siete sotto ricatto?»