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 2025  agosto 22 Venerdì calendario

Non solo Labubu, dagli hotel ai cellulari la Cina conquista i gusti occidentali

Oltre al colosso dei giochi Pop Mart e alle sue bambole Labubu, sono tanti i marchi e i prodotti cinesi che ormai spopolano nel mondo occidentale. È venuto infatti meno il pregiudizio, che vale per i prodotti di largo consumo ma anche per la tecnologia l’elettronica e gli elettrodomestici, che quello che arriva da est non sia di qualità. In più i prezzi competitivi delle lavatrici Haier, dei cellulari Xiaomi, e delle macchine Byd, hanno indotto aziende e consumatori a migrare dai marchi occidentali a quelli asiatici.
Un principio che vale anche per le aziende di servizi, come la catena di alberghi Atour Lifestyle quotata al Nasdaq: nonostante il Covid, negli ultimi 5 anni il gruppo cinese è cresciuto in Borsa del 170% arrivando a una capitalizzazione di 5 miliardi di dollari e per Ubs è il gruppo alberghiero con più prospettive di crescita, dato che ha inprogramma una serie di nuove aperture da fare invidia ai leader del settore Marriott e Hilton.
In un momento in cui i beni di lusso europei fanno fatica a crescere in Cina, è esplosa l’azienda di gioielli Laopu (che letteralmente significa “vecchia bottega”), che oltre a Pechino è presente a Singapore e studia lo sbarco in Giappone. A differenza dei gioiellieri tradizionali cinesi, che vendono oro a peso, Laopu Gold propone pezzi in edizione limitata a prezzi di lusso, tanto che il Financial Times l’ha ribattezzata la Cartier asiatica: dall’Ipo del 2024 ad oggi il titolo è salito del 1600% a 16 miliardi di euro.
Bank of America, per Alibaba, Baidu, Xiaomi e Tencent (il colosso che tra le altre cose controlla Wechat) ha creato un nuovo nome: “Fabulous 4”, ovvero le quattro favolose aziende quotate della tecnologia cinese, che quest’anno hanno realizzato performance finanziarie impressionanti, tanto da oscurare perfino i magnifici 7 del Nasdaq (ovvero Alphabet, Amazon, Apple, Nvidia, Meta, Microsoft e Tesla). Anche perché i colossi del tech cinesi, in un momento in cui i consumatori europei sono più attenti ai prezzi, ormai non fanno fatica a investire sulla tecnologia cinese per rimpiazzare quella americana. In Italia secondo i dati raccolti da Omdia-Canalys gli smartphone di Xiaomi hanno venduto il 52% in più, piazzandosi al terzo posto del mercato tricolore dei cellulari, con una quota di mercato del 14% cresciuta a scapito siadi Apple (che ha perso volumi, scendendo al 19% del totale) sia del leader Samsung (che scivola al 28% del mercato). Se ai “Fab 4” del tech quotati si aggiungessero anche Huawei e TikTok che non sono quotate, e che nonostante le mura americane alzate dall’amministrazione Trump continuano ad aumentare i ricavi, ecco che “i favolosi 6 cinesi”, insieme a Deep-Seek che tenta di eguagliare la ChatGpt di OpenAi, rischiano nei prossimi anni di mettere a dura prova la leadership dei colossi occidentali. Un po’ come è già successo nel mercato dell’auto dove Byd, Xpeng e Geely (che controlla anche marchi come Volvo e Polestar) sono cresciuti soprattuttonel segmento dell’elettrico, dove spopolano anche Nio e le batterie di Catl, tanto da insidiare la leadership di Tesla e di altri nomi storici dell’automotive europea.
Stesso discorso per Haier, che non solo ha comprato gli elettrodomestici italiani di Candy, ma anche la divisione Ge Appliance, e i maxi frigoriferi a quattro porte del marchio iconico Usa General Electric. Per non parlare del fast fashion di Shein e Temù, che ancora non è riuscito a insidiare la leadership di Zara e H&M basata sulla grande rete di negozi, ma che ha messo a dura prova sia il colosso spagnolo che quello svedese sul canale online.