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 2025  agosto 22 Venerdì calendario

Trump evita la multa da 500 milioni (ma per i giudici la truffa resta)

Dopo aver valutato il caso per 11 mesi, molto più dei tempi normali, un panel di 5 giudici della Corte d’Appello di New York ha deciso, con voto non unanime, di annullare la sanzione di oltre mezzo miliardo di dollari (454 milioni divenuti 527 con gli interessi) comminata nel febbraio 2024 alla Trump Organization per truffa contabile.
Donald Trump, che ha appena fatto avviare al suo ministero della Giustizia un’inchiesta sulla correttezza dell’indagine nei suoi confronti promossa dalla procuratrice di New York, Letitia James, ieri ha reagito a questa decisione con un post su Truth Social nel quale dichiara, a lettere cubitali, «vittoria totale nel caso fasullo» montato dalla James, definito «una caccia alle streghe politica». In realtà, però, la Corte d’Appello ha solo giudicato eccessiva la sanzione comminata dal giudice della Corte Suprema statale, Arthur Engoron, ma ha ribadito che Trump e i suoi figli Eric e Donald Jr. si sono comportati in modo fraudolento e ha confermato le pene non pecuniarie inflitte loro, come il divieto di ricoprire cariche societarie nello Stato di New York per diversi anni.
L’inchiesta
Trump ha fatto avviare un’inchiesta sulla correttezza della causa a suo carico
Nelle motivazioni del giudice Peter Moulton si legge che «se del male è stato sicuramente fatto, non si è trattato di danni da cataclisma tali da giustificare una multa di quasi mezzo miliardo». La sanzione è eccessiva e viola l’Ottavo Emendamento della Costituzione. La tormentata decisione della Corte d’Appello che emerge anche dal linguaggio involuto della sentenza, certamente risente del mutato clima politico e giudiziario a sette mesi dall’insediamento del nuovo presidente, ma va detto che già un anno e mezzo fa l’entità della sanzione pecuniaria era apparsa eccessiva, vista la natura del reato: una sopravvalutazione degli asset del gruppo immobiliare di Trump per una cifra variabile tra gli 800 milioni e i 2,2 miliardi di dollari. Una truffa nei confronti delle banche che hanno concesso alla Trump Organization prestiti a condizioni più convenienti per il debitore, a fronte di garanzie patrimoniali più elevate. Quegli istituti, però, non avevano denunciato la violazione che risale a molti anni fa e nel frattempo il gruppo Trump ha rimborsato i prestiti. La sopravvalutazione del patrimonio (che Trump ha sempre negato) aveva comportato, però, anche un reato di tipo fiscale.
Trump reagisce con toni trionfali e va avanti la citazione del ministero della Giustizia nei confronti della James, la procuratrice nera di New York, indagata per il sospetto di violazione dei diritti civili di Trump: «Un’incredibile campagna di vendette» del presidente, denuncia Abbe Lowell, avvocato della James.