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 2025  agosto 22 Venerdì calendario

Mediobanca, lo stop dei soci all’offerta su Banca Generali

Bocciata l’ops su Banca Generali all’assemblea di Mediobanca. Favorevoli il 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali come Norges e BlackRock e per il 10% da investitori privati. I contrari il 10%, il Gruppo Caltagirone, contrario fin dall’inizio all’operazione. Gli astenuti sono stati invece il 32% di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane, 3% investitori istituzionali, 2% Edizione Holding, 2% Unicredit. «Opportunità mancata» ha commentato il ceo di Mediobanca Alberto Nagel. I titoli chiudono in rosso.
O ra la scena è tutta del Monte dei Paschi. La bocciatura dell’ops su Banca Generali, secondo gli analisti, spianerebbe la strada all’offerta di Siena su Piazzetta Cuccia che si concluderà l’8 settembre. Ieri il titolo di Rocca Salimbeni ha chiuso in negativo dopo essersi mosso incertamente, ma secondo le sale operative delle grandi banche internazionali sarebbero già partiti gli ordini di acquisto di pacchetti di azioni, equivalenti al 3 % del capitale. Gli investitori si starebbero convincendo che l’istituto guidato da Luigi Lovaglio, con il board presieduto da Nicola Maione, può arrivare al 51% di Mediobanca prima della scadenza dei termini dell’offerta. La soglia minima fissata dal ceo è del 35%, ma per tre anni Mps avrà la possibilità di comprare il 5% di Piazzetta Cuccia all’anno. Inoltre il mercato vede nell’operazione una buona occasione di fare profitti, convinto che Mps possa aggiungere un rilancio cash alla sua offerta per colmare la distanza con la capitalizzazione di Piazzetta Cuccia (ieri con la caduta in Borsa lo sconto si è accorciato all’1,9% pari a circa 330 milioni).
La spinta al progetto di aggregazione del Monte è arrivata anche da Delfin, uno dei soci forti di Siena (9%) che è al contempo il primo azionista di Mediobanca (19,9 %). La holding della famiglia Del Vecchio ha già indicato alle sue banche depositarie che consegnerà all’ops di Siena tutte le sue azioni di Piazzetta Cuccia. Delfin diventerà così azionista di riferimento anche di Mps, tanto che la holding ha già chiesto e ottenuto dalla Bce l’autorizzazione a salire a ridosso del 20% post unione. Delfin al suo fianco ha il gruppo Caltagirone (9,9%), Banco Bpm con Anima (9%) e il Ministero dell’Economia (11,8%). Sono molti i passaggi che comunque Mps dovrà superare per arrivare al comando di Piazzetta Cuccia. Non ultimo quello di presentare alla Bce, entro sei mesi dalla conclusione della sua ops, approfondimenti sul piano di integrazione tra i due istituti. Intanto è quasi certo che chi ieri si è espresso contro l’operazione Banca Generali possa consegnare le proprie azioni Mediobanca a Rocca Salimbeni. A quel punto, una volta ben chiara la quota di controllo sulla merchant bank milanese, si presenterà il tema del rinnovo del suo board. Nel caso l’attuale top management non si dimetta, potrebbe essere inserito all’ordine del giorno dell’assemblea del 28 novembre, calendarizzata per l’approvazione del bilancio annuale, un nuovo punto su re voca e nomina del nuovo board. Convitato di pietra del risiko bancario resta Generali, dato che il fallimento dell’ops su Banca Generali manterrà in pancia a Mediobanca le azioni del Leone, un 13% che andrà a sommarsi alle partecipazioni detenute da Delfin (10,5%) e Caltagirone (6,9%). Mentre ancora vanno avanti le indagini della Procura di Milano sulla cessione del 15% di Mps da parte del Tesoro nel novembre 2024.