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 2025  agosto 21 Giovedì calendario

Disuguaglianze sociali con caratteristiche cinesi

C’è un sorprendente grafico su X, pubblicato il 18 agosto da Branko Milanovic, uno dei maggiori studiosi di disuguaglianze, molto autorevole. Stimola qualche domanda. Confronta Stati Uniti e Cina per stabilire com’è la distribuzione dei redditi all’interno dei due Paesi. Per farlo, utilizza il tradizionale Coefficiente di Gini, il quale va da zero, dove tutta la popolazione ha lo stesso identico reddito, a uno dove l’intero reddito è accaparrato da un solo individuo. Si può supporre che la grande potenza comunista abbia un coefficiente basso e la grande potenza capitalista uno ben più alto. Milanovic prende in considerazione il reddito spendibile delle famiglie dopo le tasse. Nel 1985, il Coefficiente di Gini era 0,31 per la Cina e poco più di 0,37 per gli Stati Uniti. Già nel 2000, però, i cinesi erano a 0,41 e gli americani a 0,40: sorpasso in disuguaglianza. L’ultimo dato del grafico, al 2023, dice Cina a 0,47 e America a un po’ meno di 0,42. Un grafico non fa la storia, naturalmente. Ci sono tanti indicatori che possono essere presi in considerazione e ognuno può cambiare la lettura del livello di disuguaglianza. Se si guarda la ricchezza netta e non più il reddito, per esempio, il Gini dice 0,70 in Cina (dove i dati sono un po’ incerti) e 0,87 negli Stati Uniti. Il grafico di Milanovic, però, solleva qualche interrogativo. Il più ovvio è come mai un Paese comunista, tra l’altro con un Welfare State relativamente sviluppato, abbia una disuguaglianza dei redditi spendibili così elevata. Le differenze di benessere tra città e campagna sono forse una delle spiegazioni. Una seconda domanda è più intrigante. Una crescita economica straordinaria e rapida come quella cinese porta necessariamente con sé grandi differenze di reddito? Forse sì: quando Deng Xiaoping diceva, nei primi Anni Ottanta, che «arricchirsi è glorioso» gettava i semi del miracolo economico, liberava l’imprenditorialità dei cinesi e metteva in secondo piano il carattere comunista del regime. Un terzo interrogativo è più politico. Il potere del Partito Comunista è legittimato, come nell’era delle dinastie imperiali, dal «Mandato del Cielo» che però il Cielo ritira se l’imperatore (o il Partito) non sa fare il bene del popolo. Il presidente Xi Jinping certo conosce le statistiche sulla disuguaglianza e sa delle proteste diffuse nel Paese: ma saprà affrontare la questione sociale senza uccidere la crescita? In fondo, la domanda è questa: è il diventare un Paese più ricco che aumenta la disuguaglianza oppure è la disuguaglianza che aiuta un Paese a diventare più ricco?