Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  agosto 20 Mercoledì calendario

Intervista a una mistress


Prima prendevo 7 euro l’ora e tanti insulti, adesso ne prendo 100 e gli insulti li tiro io”. Tutto grazie a una foto pubblicata su Facebook. Una foto di piedi. Numero 36 per la precisione. Un dato fondamentale per questa storia che ha come protagonista Silvia, una procace 53enne dal forte accento bolognese. Per anni, anzi decenni è stata una presenza fissa alla cassa di uno dei supermercati più centrali e grandi di Bologna. Sempre sorridente e cortese nonostante i turni lunghi e la paga scarsa. Poi è arrivato il Covid, uno spartiacque: “La clientela si era stressata, impaurita, mi sembravano tutti più maleducati e aggressivi. Ero stanca e giù di morale, avevo appena chiuso una relazione e un pomeriggio per giocare ho caricato una foto dei miei piedi su Facebook”.
In poche ore viene sommersa da commenti entusiasti e piccanti. C’è anche quello di un signore, titolare di un negozio in centro che la invita in pausa pranzo: “Ti do 50 euro se me li fai baciare”. Silvia è una pratica. Di solito 50 euro li guadagna in un’intera giornata da cassiera, seduta dietro un rullo trasportatore a guardare le spese, e le vite, altrui che scorrono via veloci. “Perché non provare? Sono andata: per mezz’ora, forse 40 minuti, mi ha massaggiato e baciato i piedi. E mi ha pure pagato! Mi sono sentita come Renato Pozzetto in quel film, Da grande, quando scopre di poter guadagnare dei soldi facendo il babysitter, cioè passando il tempo a giocare. Quel giorno ho capito che il paese dei balocchi esiste anche per me”.
Nel giro di alcuni mesi diventa Dea Silvia e lascia il supermercato. I clienti si dividono in due macro categorie: gli schiavi e i feticisti dei piedi. “Lo schiavo si rivolge rigorosamente a me dandomi del lei, mi ritiene un essere superiore e come tale si comporta. Il feticista invece viene solo per il fine, perché per lui il piede è una parte erotica. Neanche la gamba intera, spesso solo il piede. Io in entrambi i casi rimango sempre vestita, non mi spoglio mai mentre faccio spogliare loro quasi sempre”.
La maggior parte sono uomini di potere o che ricoprono posizioni di responsabilità, hanno compagne o mogli ma, spiega Dea Silvia “o hanno piedi brutti o sono troppo pudiche. Prima di incontrarli faccio un colloquio, voglio capire chi sono e che desideri hanno. Il più giovane ha 18 anni, il più anziano 67. C’è chi si fa 400 km ogni mese per incontrarmi. Domani viene uno schiavo di 56 anni, ha voluto comprare una gabbia: lo chiuderò dentro per un paio d’ore mentre esco con le amiche”. Costo? “Sui 500 euro”. Non tutti pagano, molti ricambiano con regali o servizi. “Magari mi mandano un buono su Amazon da 30 euro e gli faccio un video dei miei piedi. Ho anche uno schiavo di Pordenone che mi pulisce casa, un altro mi fa da autista, anche il mio dentista è uno schiavo”.
A settembre da donna concreta, Dea Silvia aprirà la partita Iva: “Il commercialista è lo schiavo di una mia collega”. In poco meno di quattro anni, Dea Silvia ha diretto circa 700 ‘sessioni’. Alcuni giorni sono particolarmente intensi, con anche cinque incontri ma non ama il digitale e non la vedremo su Onlyfans: “Mi piace bermi un caffè prima o dopo, magari con una fetta di torta, per me la dimensione amatoriale, casalinga, è importante. Quando ho cominciato non ne sapevo molto, adesso invece mi sono attrezzata: ho 200 paia di scarpe, per accontentare tutti i gusti, frustini, sculacciatori vari. Stasera ho una seduta di trampling (pratica che consiste nel farsi calpestare, ndr), è un omaccione di due metri, camminare sopra di lui avanti e indietro è un bel lavoro, a volte penso che dovrei usare il contapassi”.
Precisa che “da leone ascendente leone è una guerriera di natura” e si incazza se le danno della escort: “Ne ho conosciute in questi anni, facciamo un lavoro diverso. Io non mi spoglio mai, la mia è tutta una performance di testa, di potere. Sono io che ho il controllo per la prima volta nella mia vita e non penso di dovermi vergognare di nulla”. E il piede numero 36? “Entra tutto in bocca, se avevo un 39 stavo ancora dietro la cassa”.