Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  agosto 20 Mercoledì calendario

Le colpe dei giornalisti

Non c’è bisogno di trovare chissà quali parole per biasimare Giorgia Meloni, sorpresa a Washington mentre illustra la scelta programmatica di non parlare con la stampa. Non c’era nemmeno bisogno che lo dicesse: lo avevamo intuito. E non c’è bisogno di architetture filosofiche per spiegare che non parlare con la stampa è uno dei tanti modi di mandare in malora la democrazia. Ma prima d’indignarsi – eppure si indignano – i giornalisti dovrebbero prendersi la responsabilità di aver fatto di una nobile professione una faccenda di trincea, i giornali di destra e i giornali di sinistra, i governi amici e i governi nemici, la retorica liberticida della casta e della presunzione di colpevolezza. E prima di indignarsi – eppure si indignano – i capi dell’opposizione dovrebbero domandarsi qual è il loro rapporto con la stampa (qualcuno ricorda, anni fa, quando Romano Prodi rivendicò di non parlare con Retequattro, da capostipite del melonismo contemporaneo?), qual è la logica di scegliersi gli interlocutori nei talk-show, delle interviste di cui pretendono le domande per iscritto. E tutti quanti dovremmo chiederci per quale motivo l’indignazione resta confinata nelle nostre casematte, e fuori a nessuno importa nulla dei giornalisti, dei loro rapporti con la politica, nessuno compra e nessuno legge i nostri giornali, nessuno ci considera strumenti necessari al buon funzionamento della democrazia ma imbrattacarte al soldo del nemico, nessuno comprende il cataclisma. E infatti la democrazia non funziona più tanto bene, e in genere succede quanto diventa difficile scovarne uno che non sia allo stesso tempo colpevole e vittima.