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 2025  agosto 20 Mercoledì calendario

Tv, lavatrice, bambole. Tutti i dispositi smart per spiare e essere spiati

Può capitare a tutti di essere spiati a casa tramite dispositivi smart. Videocamere connesse a Internet come nel caso di Stefano De Martino e della sua compagna, ma non solo. Anche aspirapolvere, baby monitor, tv e persino giocattoli per bambini.
L’elenco di dispositivi a rischio “grande fratello” è lungo. E non serve essere una celebrità per finire nel mirino di “spioni” che possono usare questi apparati come cavalli di troia per ottenere video intimi o informazioni private su di noi. Per vari scopi, sicuramente non leciti e assai sgradevoli: rivendere i video, ricattarci, studiare le nostre abitudini per capire quando trovare la casa vuota e quindi derubarla. Ma ci sono anche finalità di marketing più subdole che spingono gli hacker a studiare chi siamo e che facciamo.
Le videocamere registranoaudio, video e li archiviano su Internet. Basta una vulnerabilità del loro software o una password poco sicura e non cambiata spesso per consentire l’accesso di criminali a quelle informazioni. Come capitato in molti casi, nel mondo. Anche molti robot-aspirapolvere hanno in dotazione le webcam e quindi presentano rischi simili denunciati più volte dai ricercatori negli anni scorsi quando sono state rilevate una serie di vulnerabilità informatiche.
Un discorso simile vale per i baby monitor connessi a Internet. Molti modelli poco protetti (di solito quelli più economici) sono stati violati da hacker che riuscivano a osservare e perfino a parlare con i bambini nelle loro camere. Si sono anche verificati problemi con vari giocattoli smart come la bambola My Friend Cayla e il Peluche Cloud-Pets: sono dotati di microfoni, registrano messaggi audio di bambini e genitori, e si è scoperto che erano tutti dati accessibili a malintenzionati via Internet.
Gli assistenti vocali domestici come Alexa sono tra i prodotti più discussi. Sono progettati per rimanere in ascolto costante in attesa della “parola chiave” di attivazione, ma più volte è emerso che hanno registrato e inviato conversazioni alla “centrale” – il server del produttore – senza che l’utente lo sapesse. I televisori smart raccolgono dati sulle abitudini di visione per fini pubblicitari, ma alcuni modelli sono stati sorpresi a inviare in automatico informazioni dettagliate sulle trasmissioni guardate e persino su file video riprodotti da chiavette usb.
Per non parlare degli elettrodomestici connessi, come frigoriferi e lavatrici “intelligenti”. Oltre a comunicare con la rete domestica, raccolgono dati su consumi, orari di utilizzo e perfino liste della spesa. In teoria, un hacker che riuscisse a penetrare in questi sistemi potrebbe usarli come punto d’ingresso per monitorare l’attività domestica o accedere ad altre parti della rete.
Infine ci sono i dispositivi indossabili, come smartwatch e braccialetti fitness. Raccolgono informazioni biometriche, geolocalizzazione, ritmi di sonno e attività quotidiane. I dati possono fornire un quadro molto dettagliato non solo dello stato di salute, ma anche delle abitudini quotidiane di una persona.