la Repubblica, 19 agosto 2025
Hamas, ok alla proposta di tregua ma Israele inizia a evacuare Gaza
Quando nella Striscia l’esercito israeliano è ormai pronto a occupare militarmente Gaza City, ecco arrivare un segnale inaspettato da Hamas. Il movimento islamista palestinese ha accettato senza condizioni una nuova bozza di accordo per la tregua, questa presentata non dagli Stati Uniti ma dai mediatori di Egitto e Qatar. «La proposta nasce dal precedente piano americano», spiega il capo dell’intelligence egiziana, Diaa Rashwan. «Ora la palla torna nel campo di Israele». Che però, a giudicare dalle prime reazioni di Netanyahu e dei suoi ministri, non sembra propenso a giocarla, quella palla.Negli ultimi mesi la cronaca dei negoziati sul cessate il fuoco a Gaza è stata, e continua a essere, disorientante. Per dire: Netanyahu ha passato la scorsa settimana a ribadire di non essere più interessato a un accordo parziale e di non voler discutere di niente che non sia il rilascio immediato di tutti i 20 ostaggi ancora in vita, il disarmo delle Brigate al Qassam e l’affidamento della Striscia a un governo «che non sia né Hamas né l’Autorità nazionale palestinese». Ancora ieri, nel mezzo dei colloqui per la pace in Ucraina, il presidente americano Trump ha scritto sul social Truth che gli ostaggi «saranno liberati una volta che Hamas sarà affrontata e distrutta», a conferma del pieno sostegno della Casa Bianca al piano di Israele per occupare quel che resta della Striscia e sfollare più di un milione di gazawi nel sud, ammassandoli a Rafah. Da fonti locali palestinesi, poi, arrivano notizie di carri armati che starebbero già entrando nel quartiere di Sabra, a Gaza City, con lo scopo di circondare una zona dove ci sono una scuola Unrwa e una clinica. Eppure, in qualche modo, si torna a parlare di negoziato.La proposta accettata da Hamas prevede 60 giorni di tregua, durante i quali 10 ostaggi vivi e 18 morti dovrebbero essere riconsegnati in cambio della liberazione di 140 detenutipalestinesi condannati all’ergastolo e altri 60 con pene superiori a 15 anni. La bozza impegna le parti a trattare l’accordo per la fine definitiva della guerra e stabilisce che per due mesi l’esercito israeliano si ritiri in una fascia cuscinetto ampia 800-1200 metri a nord e a est di Gaza, con l’eccezione di Beit Lahiya e Shujaiyya. «Sostanzialmente, al 98 per cento è il piano Witkoff», riferisce una fonte diplomatica americana al sitoAxios.La risposta di Israele, come detto, per ora è fredda. Pur accettando di prendere in considerazione anche quest’ultimo testo, Netanyahu specifica di aver ordinato al Capo di Stato maggiore il completamento della missione a Gaza e commenta: «Hamas è sotto un’immensa pressione». Il ministro della Difesa, Israel Katz aggiunge: «Hamas è disposta a discutere perché teme che conquisteremo Gaza City, il fulcro del suo potere». E il ministro dell’ultradestra, Itamar Ben-Gvir, ricorda a entrambi che il governo «non ha il mandato per un accordo parziale».A sollecitare il movimento islamista è stata la visita al Cairo del primo ministro del Qatar, Mohammed Al Thani, che ieri ha incontrato il direttore dell’intelligence egiziana e rappresentanti dell’Autorità palestinese. «La soluzione migliore per il futuro di Gaza è un governo affidato a un comitato che amministri la Striscia sotto l’Olp e l’Anp», ha detto in quell’occasione il primo ministro palestinese Mohammed Mustafa. Tutto il contrario di ciò a cui punta Netanyahu.