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 2025  agosto 19 Martedì calendario

L’Ue alla Casa Bianca

È stato un vertice fiume con effetti speciali quello andato in scena ieri alla Casa Bianca, dove Donald Trump ha accolto Volodymyr Zelensky e i leader europei, ma dove ha trovato anche posto (in remoto) Vladimir Putin. Al 1600 di Pennsylvania Avenue è prevalso un clima di cordialità e ottimismo, il tutto in una cornice di inusuale sintonia tra le parti. I lavori, durati circa sette ore, sono iniziati attorno all’ora di pranzo, il tardo pomeriggio in Italia, dapprima con l’afflusso verso la Casa Bianca delle delegazioni del Vecchio Continente, guidate da Macron, Starmer, Merz, Meloni, Von der Leyen, Stubb e Rutte. Quindi con l’arrivo del presidente ucraino al colonnato della West Wing accolto da un Trump ben predisposto.Al netto della richiesta di indossare un abito e non la solita tenuta da campo, rivolto al leader di Kiev (che si è presentato in “drop nera”, ovvero un completo con giacca abbottonata sino in alto come le divise militari), il comandante in capo mostra sorprendente cordialità. Definisce «un onore» averlo alla Casa Bianca, e Zelensky ricambia ringraziandolo per i suoi sforzi nel porre fine alle uccisioni e alla guerra. Gratitudine è espressa anche alla moglie Melania per la lettera inviata a Vladimir Putin sui bambini ucraini rapiti, e consegna al 47° presidente Usa una missiva della consorte Olena Zelenska destinata proprio alla first lady. Rispondendo a chi gli chiedeva quale fosse il suo messaggio per gli ucraini, Trump afferma senza esitazione: «Li amiamo». Clima assai distante da quello di febbraio, quando il presidente ucraino è stato “torchiato” in diretta mondiale dal tycoon e dal suo vice JD Vance.Lo Studio Ovale, aperto alle telecamere, è la cornice entro la quale si dipingere il futuro: «Avremo una pace duratura in Ucraina, spero immediatamente, la guerra finirà, non posso dire quando, ma finirà, sono fiducioso che la risolveremo». Dalla teoria alla pratica, Trump affronta i nodi della “roadmap” che l’Occidente è intenzionato a seguire per giungere a una soluzione del conflitto in corso da tre anni e mezzo. «Non penso ci sia bisogno di un cessate il fuoco, possiamo lavorare a un accordo di pace mentre continuano a combattere», chiosa il presidente, ribadendo il cambio di rotta rispetto alla vigilia del vertice di Anchorage con Putin.La guerra sul campo quindi continua in parallelo, come ricordano le sirene suonate a Kiev proprio in coincidenza dell’inizio del vertice di Washington, segnale di una nuova tempesta di fuoco aereo delle forze di Mosca. Nella capitale americana però Zelensky non cede a tentazioni di pancia e tiene dritta la barra del timone sul negoziato. Si dice disposto a incontrare Putin, e aperto a nuove elezioni «una volta raggiunta la pace». Il leader del Cremlino si affaccia sul vertice con una chiamata a sorpresa da parte del comandante in capo, nella quale pone le basi per definire un bilaterale Zelensky-Putin, con lo zar che si dice pronto a vedere il leader di Kiev. Passaggio propedeutico all’atteso trilaterale allargato all’inquilino della Casa Bianca.Poco dopo il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov dichiara: «Vladimir Putin e Donald Trump hanno discusso la possibilità di elevare il livello dei rappresentanti delle parti ucraina e russa», riferimento a un contatto diretto fra Putin e Zelensky.poco dopo. Trump accelera quindi con uno slancio in avanti è volto a vincere le resistenze di Putin al trilaterale coi colleghi ucraino e americano. Che qualcuno in Europa vorrebbe trasformare in formato a quattro: fonti informate dicono sia stato di Emmanuel Macron a suggerirlo, sempre alla ricerca spasmodica di veder scritto il suo nome nei titoli di coda di un eventuale successo negoziale.Si torna alla realpolitik affrontando la questione delle garanzie con Trump che rassicura Zelensky e gli europei sul coinvolgimento americano nelle garanzie di sicurezza a Kiev, senza escludere la possibile presenza in futuro anche di truppe statunitensi. Mentre il presidente ucraino si impegna ad acquistare armamenti dagli Usa per 100 miliardi di dollari. Sulle garanzie il tycoon conferma l’allineamento di Putin al modello da sempre proposto dall’Italia col meccanismo dell’articolo 5 della Nato, in un contesto extra Trattato. Non a caso Trump riserva un saluto particolare a Giorgia Meloni che definisce «grande leader, d’ispirazione per tanti».Tra le due sponde dell’Atlantico permane qualche discrasia. Friedrich Merz, pur riconoscendo che il tycoon ha aperto venerdì in Alaska, ritiene necessaria una tregua subito, prima di ogni passaggio successivo. «Non posso immaginare un prossimo incontro senza un cessate il fuoco», mette in guardia il cancelliere tedesco. «È una necessità – rincara la dose il solito Macron – tutti i leader lo sostengono». Tagliente Trump nel ricordare al titolare dell’Eliseo (a microfoni che credeva spenti) che Putin vuole raggiungere un accordo «grazie a me» (al tycoon stesso). Il fuori onda diventa iconico. —