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 2025  agosto 19 Martedì calendario

L’omaggio a Baudo di Fiorello

L’omaggio a Baudo fa esplodere gli ascolti: su Rai1 la puntata di Techetechetè intitolata Incredibilmente Pippo e dedicata interamente al conduttore è stata il programma più visto di domenica scorsa con 2milioni e 928mila spettatori per uno share del 21,1 per cento. Ma è andata fortissimo in prima serata anche la replica di Papaveri e papere, la trasmissione del 1995 con Baudo mattatore: è stata vista da 1.564.000 spettatori (13,4 per cento di share), superata solo dalla partita di Coppa Italia Milan-Bari trasmessa da Canale 5. Anche sui social la scomparsa del conduttore sta dominando tutti i trend con oltre cinque milioni di interazioni. Il tributo di massa a Pippo, il primo a introdurre la cultura nell’intrattenimento, ha risvegliato negli italiani la voglia di una tv professionale, elegante, basata sulle idee, il mestiere e la qualità. La conferma viene da Fiorello: «Pippo ha tracciato un solco enorme che tutti noi abbiamo seguito», ha detto, uscendo emozionato dalla camera ardente, lo showman più completo della televisione italiana contemporanea, «è stato il maestro di tutti noi: bastava guardare quello che faceva. Ma qualunque cosa possa dire io, Baudo è stato di più. A volte mi chiedo chi insegnerà ai giovani a fare la buona televisione. La risposta l’ho avuta proprio guardando Papaveri e papere... mi sono goduto lo spettacolo dall’inizio alla fine e l’ho trovato semplicemente meraviglioso. Lo confesso: avevo quasi dimenticato come si facesse la tv». Fiorello ricorda di avere 65 anni: «E per me Pippo è sempre esistito, sono cresciuto con lui». I CODICIConfronta quindi il modo di lavorare del “maestro di tutti” con gli attuali codici dell’intrattenimento: «Oggi siamo presi dalla frenesia e dalla velocità esagerata. Io stesso mi sono inventato un programma di 27 minuti in cui facevo gag di 30 secondi. E guardando Papaveri e papere, pieno di pause stupende di lunghi racconti, mi sono chiesto: “Ma dove stiamo andando?”. Oggi non puoi più proporre un pezzo musicale con Michele Zarrillo, Mia Martini e Giorgia che dura 10 minuti o un monologo di 15. Bisogna correre. Siamo ossessionati dai contenuti sui cellulari che durano 30 secondi», sospira, «abbiamo perso di vista la grandissima televisione di cui Baudo è stato il principale artefice». Il motivo? «Ha introdotto il fattore umano nella perfezione di quei varietà che spero proprio torneremo a fare un giorno. Sarebbe un peccato perdere ciò che ci ha insegnato». LE ORIGINIFiorello rende poi omaggio alle origini del conduttore, comuni alle sue. «Da siciliano, l’ho sempre ammirato più degli altri», spiega, «lo guardavo sui canali Rai ma anche su Antenna Sicilia che Pippo battezzò nel 1979. Il festival della canzone locale che conduceva su quella emittente faceva uno share del 100 per cento... Noi siciliani siamo orgogliosi di lui. Ho sempre considerato un vanto provenire dalla sua stessa regione, anche quando ancora non lo conoscevo personalmente. Solo a seguirlo da lontano mi batteva il cuore». Anche Baudo, rivela, teneva molto alle proprie origini: «Non dobbiamo mai dimenticarle, mi diceva al telefono quando lo chiamavo iniziando la conversazione con una tipica espressione nostra, un po’ forte, a cui rispondeva con una risata. Poi continuavamo a parlare usando frasi in siciliano stretto». Fiorello rifiuta la definizione di continuatore della tv di Pippo e, come Carlo Conti, non vuole essere considerato il suo erede. «Lui non è stato un semplice conduttore, un direttore artistico che ha collezionato tredici edizioni di Sanremo e scritto centinaia di pagine tv. È molto di più e io non ho parole per dire quanto abbia significato per la televisione italiana. E per la Rai».