Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  agosto 17 Domenica calendario

Da Gaza a Pisa, muore a 19 anni “Era completamente deperita”


Marah Abu Zuri aveva 19 anni. È salita su quell’areo militare che era ormai completamente deperita. Minuta, stanca in volto, senza forze e allettata. Ha tenuto una mano stretta in quella di sua madre durante il volo dalla Striscia di Gaza all’Italia, nella speranza di recuperare le energie, di trovare finalmente cure e sostegno. Non aveva nulla con sé: nessuna cartella clinica, nessuna analisi clinica ufficiale che raccontasse ai dottori italiani la sua storia. Solo qualche foglio scritto a mano con una penna e custodito gelosamente durante il suo viaggio, accanto a decine di altri giovani palestinesi stremati. I dottori di Gaza non avevano alcuna certezza, solo un sospetto: possibile leucemia acuta. E così quando Marah è arrivata all’ospedale Cisanello di Pisa, nella notte tra mercoledì e giovedì, è stata subito ricoverata nel reparto di ematologia.
Per due giorni ha lottato tra la vita e la morte. Un «quadro clinico molto complesso e compromesso e con uno stato di profondo deperimento organico» spiegherà poi l’azienda sanitaria. I medici, dopo le prime valutazioni, hanno subito avviato una nutrizione ipercalorica. La madre è rimasta in silenzio e accanto a lei tutta la notte e anche la mattina successiva. Poi Marah sembrava finalmente in ripresa. I suoi valori, totalmente alterati quando era arrivata, iniziavano a tornare nella norma. Ma nel primo pomeriggio di giovedì ha avutoun’improvvisa crisi respiratoria. «Intorno alle 14.45 le sue condizioni sono precipitate» spiega la professoressa Sara Galimberti, direttrice dell’Unità operativa di ematologia dell’Aou Pisana, che aveva in cura la giovane. I medici della rianimazione sono accorsi per salvarla. È stata intubata. Ma quindici minuti più tardi i dottori hanno potuto solo dichiarare il decesso.
«Le analisi che abbiamo svolto fino ad ora hanno escluso la leucemia, ma non sono state rilevate neppure altre cause. Cosa abbia effettivamente provocato la morte forse non potremo mai saperlo. La paziente era però estremamente deperita e completamente allettata, nonostante i 19 anni. La fragilità in cui si trovava potrebbe essere stata concausa del decesso» aggiunge Galimberti. Per avere una risposta precisa servirebbe l’autopsia, una strada che però la madredella ragazza, per motivi religiosi, ha scelto di non intraprendere. «È probabile – spiega la direttrice del reparto – che ci sia stata, mentre era a Gaza, una diagnosi tardiva che non ha permesso di intervenire in tempo, facendo poi peggiorare le condizioni».
La ragazza era partita da Eliat assieme ad altri pazienti palestinesi e i loro familiari a bordo di un volo della 46esima Brigata aerea nell’ambito di un’operazione umanitaria del governo italiano per dare assistenza sanitaria ai civili palestinesi. Quasi 120 persone soccorse, di cui oltre 30 minori, su tre aerei: la principale operazione di evacuazione condotta dall’Iitalia da gennaio 2024.
Dopo la notizia della morte di Marah, una pioggia di voci ha chiesto ancora una volta lo stop al massacro a Gaza: «Rinnoviamo con forza l’appello alla pace chiedendoad Israele di interrompere il genocidio in atto e alla comunità internazionale di riconoscere lo Stato di Palestina» hanno detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e l’assessore regionale alla salute, Simone Bezzini. «A vent’anni si sogna, si ama, si sbaglia, si immagina il futuro. Marah invece ha dovuto combattere con la fame – dice Monia Monni, assessora alla protezione civile toscana – questa è la misura del crimine che si consuma sotto gli occhi di un mondo distratto e impotente». Per Lorenzo Falchi (Avs) la morte della ragazza è «un crimine contro l’umanità».
La madre di Marah, accolta in una struttura protetta, ha chiesto che venga toccato il meno possibile il corpo della figlia e che sia svolto il rito del lavaggio. Probabilmente sarà seppellita in Italia.