Corriere della Sera, 17 agosto 2025
Il pesce di Vannacci
La sorte del «pesce di Ferragosto» era scritta: è stato mangiato ieri sera da Roberto Vannacci, il vicesegretario della Lega, in compagna degli amici a Costarei, da decenni il luogo delle vacanze e del cuore. Il pesce è quello esibito dal generale, catenina con ascia bipenne al collo, su una spiaggia della Sardegna. Una grossa cernia con gli occhi storti e l’espressione suonata: «La faccia della sinistra alle prossime elezioni».
In spiaggia, ma in realtà al lavoro con un’agenda di appuntamenti non precisamente da vacanza, il 20 a Villasimius, il 22 a Selargius con tutta la Lega sarda. Sempre con il suo doppio binario di responsabile leghista di massimo livello, ma anche di motore dei «team» che nascono in tutta Italia in suo nome. In attesa delle Regionali.
Tutte, ma soprattutto quelle toscane dove annuncia «una svolta». Si candida generale? «Le carte non vanno scoperte prima del tempo. Diciamo che spero che la mia partecipazione attiva nella mia Regione porti a uno svolta». La sensazione è che non si riferisca solo al suo incarico di responsabile della campagna elettorale. Sempre che le regioni al voto «non diventino 8 con l’aggiunta della Sardegna», dove la presidente Alessandra Todde ha impugnato la decadenza dall’incarico: «Trovo divertente il fatto che i “ghigliottinai” a 5 Stelle, quando una vicenda riguarda loro, diventino attendisti».
A dirla tutta, al generale l’attendismo non piace nemmeno quando riguarda il campo suo: il fatto che il tavolo del centrodestra tardi, le indicazioni per i candidati presidenti nelle regioni tardino, gli fa scuotere la testa. «Ho un background tutto diverso da un politico. Il fatto che le carte non siano chiare con largo anticipo, non dico di anni, mi pare una cosa molto strana». Perché «le guerre prima si vincono, poi si combattono».
Vannacci non ha difficoltà ad ammetterlo: «Alla Toscana tengo piu di tutte le regioni, ma questo non mi porterà a trascurare le altre». E infatti, nelle prossime settimane sarà nelle Marche e in Valle d’Aosta, le prime regioni al voto. Ma l’influenza del clima sardo si fa sentire. Il post di ieri, dedicato al summit di Anchorage, titolava «Su molenti sardu du frigasa una borta scetti», che vuol dire «l’asino sardo lo freghi una volta sola». In cui il generale vede l’incontro Trump-Putin come una sorta di Yalta, «l’avvio di un percorso di dialogo e di distensione tra Usa e Russia che caratterizzerà le relazioni internazionali dei prossimi anni». Vannacci ricorda l’adagio della diplomazia: «Se non sei al tavolo, allora sei nel menù». E «tra i primi, in Alaska, ci saranno stati una von der Leyen all’amatriciana seguita da uno Zelensky allo spiedo con cavoletti di Bruxelles». Del resto, il vicesegretario leghista si domanda «dopo il fallimento della negoziazione sui dazi, e la totale irrilevanza dell’Unione nell’incontro in Alaska, che senso abbia dare ancora fiducia a Ursula von er Leyen». Sarebbe la seconda svolta d’autunno: «I Patriots stanno preparando una nuova mozione di sfiducia».