Corriere della Sera, 9 agosto 2025
Tutti gli uomini di Putin
Un grande cambio di stagione si prepara al Cremlino. Molto, quasi tutto è destinato a mutare nei prossimi anni nella nomenklatura moscovita, tranne una cosa. Secondo un rapporto scritto dal giornalista Usa di origine russa Mikhail Zygar per l’Atlantic Council, Putin sta progressivamente mettendo da parte i vecchi alleati e compagni d’armi, molti dei quali ultrasettantenni, per fare spazio a una nuova generazione. Ma lo zar naturalmente non ha alcuna intenzione di farsi da parte, considerandosi investito di una missione salvifica per la Russia e quindi insostituibile. In ogni caso Putin può ancora essere rieletto per un nuovo mandato, che scadrebbe nel 2036. Ma come in un sistema feudale, l’élite emergente è composta soprattutto da figli degli attuali dirigenti, degli amici e degli amici degli amici del presidente, oltre che dai suoi parenti più stretti, a cominciare dalle due figlie. La lista dei partenti è lunga. Fra i nomi più celebri che potrebbero a un certo punto uscire di scena, sono fra gli altri il segretario del Consiglio di Sicurezza Sergei Shoigu, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, il consigliere diplomatico Yuri Ushakov, il capo della polizia federale Alexksander Bastrykin, quelli di Rosneft Igor Sechin e di Gazprom Aleksej Miller. La nuova generazione, nota Zygar, sarà la prima a non avere memoria dell’Urss ed è quindi «priva di alcun riflesso psicologico o retaggio sovietico». Ma questo non le impedisce di condividere e sostenere il disegno autoritario e neoimperiale di Vladimir Putin. Molti degli emergenti, tuttavia sono «capitalisti a pieno titolo» e «sono i figli di una generazione cinica, convinta che gli affari si possano e si debbano fare con chiunque: la Cina, l’Iran, l’Europa, gli Usa e perfino l’Ucraina». Eccone alcuni ritratti.
Kirill Dmitriev
L’«americano» capo negoziatore
che sa come parlare di soldi
Nato a Kiev nel 1975, protégé di Tikhonova per averne sposato la confidente Natalia Popova, Kirill Dmitriev è laureato in economia a Stanford, ha preso un Mba a Harvard e ha lavorato per Goldman Sachs. Tornato in Russia nel 2000, guida il Rdfi, il fondo sovrano da 10 miliardi di dollari controllato dalla famiglia Putin. Dmitriev frequenta molto le monarchie del Golfo ed è amico di Jared Kushner, genero di Trump: ha organizzato la prima telefonata con Putin, l’incontro Usa-Russia di Riad e tiene le fila del dialogo con Steve Witkoff. Punta in alto, ma l’ambizione di sostituire Lavrov agli Esteri è considerata prematura.
Boris Kovalchuk
L’erede dell’amico oligarca
«relegato» alla Corte dei conti
Boris Kovalchuk, 47 anni, è dal 2024 capo della Corte dei conti russa. Ma la sua nomina è stata una delusione per il padre, l’oligarca Yury Kovalchuk, probabilmente il migliore amico di Putin col quale ha trascorso tutto il periodo del lockdown, che lo avrebbe voluto alla guida di una grande azienda di Stato come Rosneft o Gazprom. Kovalchuk senior possiede un impero mediatico, ma non ha mai avuto incarichi di governo. Anche se la Corte controlla tutte le imprese pubbliche, l’incarico al figlio è stato percepito come una calcolata umiliazione del padre. Il giovane principe è tuttavia a pieno titolo nella nuova generazione del potere.
Dmitrij Patrushev
Il padre era una spia del Kgb
Lui è al cuore della nomenklatura
Dmitrij Patrushev, 47 anni, vicepremier, è il più arrembante dei «principi ereditari». Suo padre è Nikolai Patrushev, compagno d’armi di Putin nel Kgb, a lungo capo del Fsb che ne è l’attuale incarnazione e poi segretario del Consiglio di Stato dove fu tra i falchi in favore dell’invasione dell’Ucraina. Nel 2024, si è speso per far nominare il figlio premier ma Putin non ha voluto. In compenso lo ha fatto vicepremier e ministro dell’Agricoltura, promozione che mette Dmitrij nel cuore della nomenklatura. Il padre, invece, è stato retrocesso a consigliere per l’industria navale. La vecchia guardia esce di scena.
Aleksei Dumin
L’ex guardia del corpo dello zar
diventato suo fedelissimo
Se Putin decidesse di nominare un successore, probabilmente sceglierebbe Aleksei Dumin, l’ex guardia del corpo che gli salvò la vita spaventando un orso, oggi segretario del Consiglio di Stato. Non succederà, ovviamente. Ma Dumin, 53 anni, è il vero uomo di fiducia dello zar. Il suo capolavoro fu nel 2014, quando da capo delle Forze per le operazioni speciali, Dumin organizzò l’occupazione della Crimea. Inviato come governatore a Tula, nel 2024 ci si aspettava prendesse il posto di Sergei Shoigu come ministro della Difesa, invece Putin ha deciso di riportarlo al Cremlino.
Vorontsova e Tikhonova
Le figlie della prima moglie
pronte a uscire dall’ombra
Maria Vorontsova e Katerina Tikhonova sono le figlie di Putin e dell’ex moglie Ludmilla. Hanno cambiato cognome per ragioni di sicurezza, ma la loro identità è un segreto non segreto. Entrambe in forte ascesa, anche se per ora non destinate a incarichi di governo. La loro presenza al Forum di San Pietroburgo nel 2024 è stata il segnale che sono pronte per ruoli pubblici. Vorontsova è endocrinologa e dirigente del gruppo farmaceutico Nomeko. Tikhonova, la più attiva e influente, guida la fondazione scientifica Innopraktika ed è riferimento di un gruppo di businessmen, a cui garantisce l’accesso al padre.
Manturov e Chernishenko
I giovani Dioscuri alla guida
della macchina governativa
Denis Manturov, 56 anni, è primo vicepremier, incaricato di far sì che tutto il governo si concentri sullo sforzo di guerra. È il protetto di Sergei Chemezov, 72 anni, amico di Putin dai tempi di Dresda e capo di RosTec, la holding che controlla l’intero complesso militar-industriale. Anche Dmitri Chernishenko, 56 anni, è vicepremier e guida la macchina governativa. Sono entrambi apprezzati da Putin: Manturov potrebbe ereditare il posto del suo mentore e Chernishenko succedere a Sergei Kiriyenko, n°2 dell’Amministrazione presidenziale e futuro plenipotenziario nei nuovi territori occupati in Ucraina.
Anna Tsivileva
La cugina vice alla Difesa
La donna più potente in Russia
Figlia del defunto Evgenij Putin, cugino primo del presidente, e moglie di Sergei Tsivilev, attuale ministro dell’Energia, Anna Tsivileva è oggi probabilmente la donna più potente della Russia, con un profilo del tutto autonomo. È miliardaria grazie alla partecipazione azionaria in Kolmar, compagnia carbonifera, a quanto pare, regalatagli da Putin, che nel 2024, dopo aver silurato il ministro della Difesa Sergei Shoigu, l’ha nominata vice del suo successore, Andrei Belousov, con la cruciale responsabilità dei rifornimenti. Un segnale di quanto il capo si fidi di lei. Dicono che potrebbe diventare vicepremier per le politiche sociali.
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