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 2025  agosto 12 Martedì calendario

Da Malta alla Capitale, tutte le bugie di Kaufmann

Era il tassello mancante, forse tanto scontato quanto necessario a chiudere il cerchio. Per contestare a Francis Charles Kaufmann anche l’omicidio della compagna Anastasia Trofimova oltre che della figlia Andromeda, e provare a disegnare, stante il suo silenzio, cosa gli sia passato nella mente quando ha deciso di ucciderle a distanza di due giorni una dall’altra a Villa Pamphili.
Il profilo psicologico del 46enne che aveva cambiato nome in Rexal Ford per accreditarsi come regista e sceneggiatore (e cancellare le macchie sulla sua fedina penale statunitense) assomiglia sempre più a quello di un soggetto che aveva finito per credere alle sue bugie. Tanto abile a costruirle, quanto incapace nel farci i conti, se non eliminando quei due esseri umani che viveva ormai come un «intralcio». Lo porta a pensare la ricostruzione della relazione con la ragazza di Omsk, conosciuta a Malta due anni prima. Lei, laureata in ingegneria, che va sull’isola in vacanza e decide di cambiare vita per lui. Un veloce rientro in Siberia a settembre 2023, il licenziamento dal suo lavoro moscovita (edilizia scolastica) dietro le sue insistenze e poi quel silenzio durato mesi anche con i genitori che ne denunciano la scomparsa. Quando riappare, raccontano loro, la 28enne dice di essere felice ma sembra già soggiogata da quell’uomo. Lui le dice che è un nome nel mondo del cinema Usa, che è anche uno chef (e lavora in un ristorante in attesa che venga lanciato il suo ultimo film), probabilmente le promette un futuro felice in Europa o altrove. Fatto sta che Anastasia rimane presto incinta e a Marsascala si trova isolata, senza lavoro e poi anche senza telefono per poter comunicare all’esterno. «Ci disse di aver perso le sim russe ma non le abbiamo creduto», raccontano i genitori.
A Malta Kaufmann prende una casa in affitto dove nasce Andromeda grazie a una ostetrica privata e all’oscuro delle autorità locali. La porta nell’ambasciata Usa pretendendo di riconoscerla lì, seduta stante. La mamma della bambina è senza documenti, il visto scaduto la rende di fatto una clandestina nella Ue e forse per questo, la scorsa primavera, a bordo di un catamarano e lontani dai controlli, sbarcano in Italia. Dietro di sé Kaufmann lascia un immaginario kolossal a tema culinario, girato proprio sull’isola con un cast di nomi hollywoodiani. Senza che però niente di tutto questo esista se non per una locandina dozzinale su un sito specializzato.
La stessa trama, ambientata a Firenze, è la nuova impresa che lui si convince di poter realizzare. Contatta produttori e agenzie specializzate, ottiene anche i finanziamenti del Mic, viene forse truffato da chi li intasca a suo nome. Ma a svanire sotto i suoi occhi è anche la vita che Kaufmann impone ad Anastasia di raccontare ai genitori con poche e selezionate foto di vita familiare, ancor più rare e controllate chiamate dal suo telefono. Solo quando lei riesce a mandare una email in Russia fa cenno ai «problemi» con quell’uomo. Tra fine aprile e giugno Kaufmann viene segnalato o fermato una, due, cinque volte per ubriachezza, liti in strada, atteggiamenti aggressivi verso la compagna, ma mai portato in Questura. Alla polizia lui dice di essere un turista americano e questo basta a stoppare i controlli. Anche quando la bambina sembra a rischio. Per poche settimane sono in affitto, ma non pagano. Finiscono in strada, dormono nel parco e si lavano alla fontana di un mercato dietro San Pietro. Il 4 giugno Kaufmann viene visto per l’ultima volta con Anastasia, il 6 con la figlia mentre prova a infilarsi in un albergo. Poi scompare anche la piccola, soffocata, spogliata e abbandonata a duecento metri dalla madre, come un oggetto che gli dà ormai fastidio.