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 2025  agosto 14 Giovedì calendario

Fermi era davvero grande ma non come cittadino

Fermi è stato uno dei più grandi scienziati del XX secolo. A mio giudizio, è stato più importante di come sia di solito presentato. I suoi contributi non solo a creare la grande scuola di fisica italiana, ma a un intero modo di pensare della fisica contemporanea, sono sottostimati. Ma anche i grandissimi fanno errori. Einstein ne ha fatti molti, di cui ho spesso parlato. Parlare degli errori dei grandi non è gettare fango su di loro, è mostrare come la crescita della conoscenza sia un sentiero contorto che passa per false ipotesi, passi indietro e passi avanti.
Questo è successo all’inizio della storia dell’energia nucleare. Gli scienziati, io credo, non sono dei santini di cui non si possono dire errori o mancanze. Più difficile è il rapporto di Fermi con la politica. Di certo non ho presentato Fermi come «un fascista nazista assetato di sangue». Il mio rimprovero a Fermi, che è reale, è proprio il contrario di questo. Come molti lo descrivono, la politica non lo interessava: la schivava. Se era necessario iscriversi al partito fascista per poter fare quello che gli interessava nella scienza, lo faceva. Quando è andato via dall’Italia, in difficoltà crescente soprattutto per l’ebraismo di sua moglie, si è fatto ben accogliere dagli americani, e ha cambiato divisa. È un fatto che sia stato consulente della commissione che ha raccomandato di gettare la bomba atomica su civili, e lui non ha manifestato alcuna perplessità, né in quel momento né poi. Questo non lo apprezzo, e non vedo motivo di nasconderlo. Solo anni dopo si è espresso, come molti fisici, contro la bomba all’idrogeno. Rispetto tutti, e ovviamente rispetto enormemente lo scienziato Enrico Fermi. Ho deciso io stesso di intitolare a suo nome delle importanti borse di studio. Ma per me non è un ideale di cittadino o di etica, uomo di scienza o no