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 2025  agosto 15 Venerdì calendario

Intervista ad Alba Parietti

Elvira Serra
Alba Parietti: «Temo la vecchiaia, faccio i video con i filtri
Per Lanza piango, lui è l’uomo che ha contato di più»

A lba Parietti è «una pazza tutta d’un pezzo» da mezzo milione di follower, che imperversa nella televisione da 48 anni (cit. Instagram). Sta trascorrendo una delle più belle vacanze della sua vita a Ibiza, da sola. O meglio, in ottima compagnia di sé stessa. La sua filosofia di vita l’ha chiarita sui social: «È prendere la vita a morsi. Tutto può succedere ogni giorno, me lo vivo come se fosse l’ultimo. Ogni minuto è un regalo».
Alba, da dove nasce questa nuova consapevolezza?
«Ho capito quanto posso essere forte. Riprendere in mano la mia vita alla mia età mi spaventava. Anzi, mi ha sempre spaventato, pure a 40 e a 50 anni. Ho sempre avuto paura di invecchiare da sola».
Deduco sia finita con Fabio Adami, il manager di Poste con cui aveva scoperto l’amore maturo.
«Era arrivato il momento di prendere strade diverse. Alla nostra età un compagno deve essere un valore aggiunto».
Con lui non era più così?
«È stata una grandissima passione, ma forse non aveva basi solide. Eravamo troppo diversi per farla durare. Detto questo, lui è un padre straordinario, un figlio esemplare e un grandissimo lavoratore. Una persona stra-perbene, di cui non posso che dire bene».
Non ci sono margini?
«Per quanto mi riguarda è una storia chiusa. È meglio salvaguardare le cose molto belle che ci sono state. Ma quando capisci che i caratteri sono troppo diversi e i modi di intendere la vita pure, e non certo per i selfie che mi facevo, è inutile insistere. Forse a noi è venuto a mancare il dialogo, il confronto, che per me è indispensabile».
Mi aveva raccontato sul «Corriere» che in lui aveva ritrovato una figura identica a quella di suo padre.
«Sì, è vero. Al di là del fatto che io Fabio lo considero bellissimo, avevo la sensazione netta di aver trovato un uomo semplice, estremamente protettivo. Pensavo che nessun altro uomo mi avesse mai amato come lui. Del resto, quando ti muoiono i genitori e poi incontri qualcuno che ti dà così tanto, ti sembra una specie di miracolo. Di quel miracolo non rinnego nulla».
È così difficile stare con un personaggio pubblico?
«Io sono una donna ingombrante, famosa e per di più con una personalità strutturata forte. Bisogna essere profondamente risolti e non competitivi, per stare con me. È umano non riuscire a reggere questo ruolo e poi cercare di ridimensionare l’altro nel modo più sbagliato: quello che ti affascinava all’inizio, diventa una minaccia per la tua identità, se non hai spalle abbastanza larghe».
Pensa di essere stata un po’ sfortunata, in amore?
«Io sfortunata? Ma no, al contrario! Sono sempre stata amatissima! Anzitutto da mio padre, che mi ha amata più di sé stesso. Poi, certo, ci sono quelle coppie che riescono a stare insieme 50 anni, come i miei genitori, e a me non è successo».
Gli amori più importanti?
«Di sicuro il padre di mio figlio Francesco, Franco Oppini, con il quale ancora oggi ho un rapporto meraviglioso. Stefano Bonaga è stato il compagno che più mi ha fatto crescere intellettualmente. Con Christopher Lambert ho sperimentato la passione, come pure con Fabio. Cristiano De André? Ora siamo come fratello e sorella, dopo aver condiviso emozioni enormi. Peraltro, ma non lo dico per farmene un vanto, tutte le storie importanti le ho chiuse io».
Giuseppe Lanza di Scalea?
«Lui è l’uomo che ha contato di più nella mia vita, dopo i miei genitori. È stato il mio compagno per 7 anni e poi il mio migliore amico. È una persona di cui non riesco a parlare senza commuovermi, per la sua bellezza d’animo. Come posso considerarmi sfortunata, dopo tutto questo amore? La sfortuna è un’altra cosa. Anzi, dovremmo parlarne con molto pudore, considerato quello che sta succedendo nel mondo: sembriamo i passeggeri del Titanic che continuano a ballare in abito da sera, indifferenti alla tragedia che si consuma davanti ai loro occhi. Da figlia di partigiano, mi vergogno».
Nei suoi ultimi post torna spesso il tema dell’età. Ha paura di invecchiare?
«Certo, chi non ce l’ha? Ma perché bisogna mentire a sé stessi? A chi piace ammalarsi, invecchiare, avere gli acciacchi? Però, quando ti dicono di invecchiare con dignità, bisogna che ci intendiamo su cosa voglia dire, perché ognuno deve poter scegliere la propria, di dignità».
A Sanremo
«Baudo protesse la Cuccarini, poi l’anno successivo mi lasciò fuori. Ma ce l’ho fatta»
La sua, qual è?
«Per me significa mantenere l’avvenenza. Fa parte della mia fragilità».
Il viso di porcellana è suo?
«Lo aveva anche mia madre. Poi, è vero, uso i filtri quando faccio i video. Che fastidio possono dare? Mi disturba, invece, quando alcuni postano immagini contraffatte che amplificano, per esempio, le mie labbra rifatte».
Cos’altro le rinfacciano?
«Possono dire quello che vogliono sulle foto che posto con il mio didietro e sulla mia bocca rifatta. Di sicuro, non possono rinfacciarmi di avere mai avuto un fidanzato potente. Tutto quello che ho fatto nella carriera l’ho conquistato da sola. Semmai, mi dispiace di non aver colto al volo delle opportunità, come i nove miliardi che mi aveva offerto Berlusconi per andare nella sua televisione».
Sul «Corriere» Lorella Cuccarini ha raccontato che nel 1993 a Sanremo lei fu indelicata: «Fece polemica sui giornali per ribadire che eravamo due primedonne».
«Perché, non lo eravamo? Indelicata fui io, oppure Pippo Baudo, che la proteggeva talmente tanto da non metterla mai nelle condizioni di andare in una situazione alla pari sul palco dell’Ariston?».
A lei era stato affidato il Dopofestival, Cuccarini conduceva il Festival con Baudo.
«Appunto. L’anno prima su quel palco c’ero io, ero la donna di punta della Rai. Fu Baudo a non volermi l’anno successivo e ad affidarmi il Dopofestival. Ma io lo ringrazio, perché mi ha permesso di saltare nell’arena con armi meno lucenti, e io sono sopravvissuta. Curiosamente, resto l’unica conduttrice del Dopofestival a non essere salita sul palco dell’Ariston, alla fine, per salutare il pubblico».
Che cosa rivendica, oggi?
«Io sono Alba Parietti da 48 anni, ne ho 41 di contributi pagati, tra poco mi daranno la pensione. Rivendico il mio diritto a una certa forma di vanità e la determinazione a esercitare la mia intelligenza, parlando di tutto quello che mi sembra importante e, spesso, di cose rischiose, scomode».
Teme che l’età possa penalizzarla, adesso, a livello professionale?
«No. Nel mio lavoro l’età non conta. Anzi, le donne che hanno più successo sono Mara Venier, Iva Zanicchi, Mara Maionchi. Io faccio un tipo di lavoro dove conta l’intelligenza. Alla fine c’è una sorta di selezione naturale: non possiamo più battercela sulle tette e sui culi, ma sulla capacità di stare in video».
Di recente si è esposta su Instagram per commentare l’affaire Bova-Rocío.
«Aiuto! Pare che la Bernardini de Pace mi abbia inviato una diffida, devo dire alla mia tata a Milano di aprirla subito quando arriva a casa! Ma io avevo soltanto detto che mi dispiaceva che lui non avesse speso parole di rammarico per la compagna e per le figlie, inevitabilmente coinvolte. Esprimere il proprio parere con garbo e senza offendere credo non sia vietato».
Buoni propositi per il rientro a Milano?
«Cito Jep Gambardella ne La grande bellezza: “La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”. Ecco, io di anni ne ho compiuti 64, ma vale lo stesso».
Un desiderio da esprimere sotto le stelle?
«Che i miei gatti si trasformino in nipotini. Vorrei tanto che mio figlio Francesco e la compagna mi facessero diventare nonna, sarebbe il regalo più grande. E poi, perché no? Di innamorarmi ancora: non si è mai così felici come quando si è innamorati».