Il Messaggero, 6 agosto 2025
Uno zoo danese vuole sfamare i leoni con gli animali domestici
Una gallina che non fa più le uova, un porcellino d’India che non si può più tenere in casa perché l’ultimogenito è allergico, un cavallo che non ha più la sua scuderia nella nuova casa: tutti buoni motivi per portare gli animali diventati un problema allo zoo di Aalborg. Basta prendere appuntamento, venire con documento di identità proprio e passaporto sanitario dell’animale, ed è questione di un attimo: una «gentile» eutanasia e poi si ricostruirà la catena alimentare, con la gallina, il cavallo, il coniglietto nano o il porcellino d’India che si trasformeranno in pasto per leoni, tigri e soprattutto linci europee. L’appello alla «donazione di animali domestici» è stato lanciato dallo zoo danese di Aalborg con naturale e gioioso entusiasmo: «Volete regalare il vostro cavallo per nutrire i nostri animali?», si legge sotto la foto di una tigre che sbrana ghiottamente un pezzo di carne fresca. La cosa ha provocato molte reazioni «a livello internazionale», come ha scritto la direzione dello zoo, che ha poi chiuso ai commenti il post su Facebook in cui pubblicizzava la richiesta di prelibatezze per le fiere dello zoo.L’ANNUNCIO«Cerchiamo piccoli animali da allevamento, non animali da compagnia» ha precisato una delle responsabili dello zoo di Aalborg, Anette Sofie Warncke Nutzhorn. «Possono essere, per esempio, galline che non depongono più uova». In effetti, se il cavallo resta il pasto più richiesto, è possibile portare allo zoo anche polli, galline, conigli e porcellini d’India. Cani e gatti, invece, no. Gli animali immolati sull’altare della catena alimentare devono essere «in buona salute» e non devono aver assunto medicine negli ultimi trenta giorni; per quanto riguarda il cavallo, viene precisato che deve misurare al massimo 147 cm al garrese. Fino a quando l’iniziativa non ha raggiunto un’eco internazionale, rimbalzando dal New York Times al Guardian fino alle agenzie di stampa, lo zoo precisava che c’era anche una lista d’attesa per la consegna degli animali e che non se ne possono portare «più di quattro insieme» (in caso di consegne multiple occorre prendere un apposito appuntamento). In compenso, è possibile chiedere una deduzione fiscale proporzionale al peso dell’animale consegnato alle fiere, calcolata in cinque corone al chilo. «I predatori catturano abitualmente prede di queste dimensioni, quindi questo riproduce il corso naturale delle cose» ha sdrammatizzato Warncke Nutzhorn. «Se avete un animale sano che deve essere abbattuto per vari motivi, non esitate a farcene dono», si legge sul profilo Facebook dello zoo di Aalborg accanto alla foto di una lince a bocca spalancata. LE CRITICHELe reazioni si sono moltiplicate negli ultimi giorni: lo zoo è stato accusato di aver perpetrato una «iniziativa malata», da «perversi», di non capire l’amore che lega gli umani ai loro animali domestici. Ma altri sono più comprensivi: «Ho portato un cavallo allo zoo qualche anno fa. Tutto è avvenuto in modo pacifico e sereno». Alla fine è intervenuta anche Pia Nielsen, vicedirettrice dello zoo: «Da molti anni nutriamo i nostri carnivori con piccoli animali da allevamento. Quando si tengono carnivori, è necessario fornire loro carne, preferibilmente con pelo e ossa per dare loro una dieta il più possibile naturale. In Danimarca questa pratica è comune e molti dei nostri ospiti e partner apprezzano l’opportunità di contribuire». Sui social c’è anche chi ci scherza: «Per caso accettate anche bambini capricciosi?».