la Repubblica, 10 agosto 2025
Ali Akbar l’ultimo strillone di Francia
L’ultimo strillone di Francia si chiama Ali Akbar, ha 73 anni, da quasi 50 vende i giornali nel quartiere di Saint-Germain-des Prés e il prossimo settembre il presidente Emmanuel Macron lo nominerà cavaliere dell’Ordine nazionale al Merito, uno dei più alti riconoscimenti nazionali a chi si è distinto per meriti civili o militari. Osservarlo mentre si aggira all’ora di pranzo tra i tavoli del Café de Flore o della brasserie Lipp, con le copie fresche del quotidiano della sera Le Mond esotto il braccio e la voce squillante che ironizza su attualità e politica, è cogliere Parigi nella sua essenza piùatemporale. I clienti storici lo attendono, i camerieri lo salutano amichevolmente, Akbar sta alla città reginetta del turismo di massa come una Tour Eiffel ancora da scoprire. Fa parte della storia urbana e rappresenta un mestiere e l’espressione di un mondo, quello della carta stampata, radicalmente mutato. E Akbar lo sa. «Vendo circa 20 copie in otto ore. Ora è tutto digitale. La gente semplicemente non compra più giornali», ha spiegato. Autore di due libri, tra i quali un’autobiografia dal titolo “Faccio ridere le Monde...ma il mondo mi fa piangere”, il 73enne ama leggere. «Adoro il contatto con la carta ma non mi piacciono i tablet, leggo libri veri».
Arrivato a Parigi nel 1973 dal Pakistan, dopo essere stato contadino, pastore, benzinaio e senzatetto nelprimo periodo in Francia, Akbar deve la sua fortuna all’incontro con i giornalisti diCharlie Hebdo che gli offrirono la possibilità di vendere in strada le copie del loro giornale satirico, in particolare agli studenti dell’università Sorbonne. Ma il suo successo, ora riconosciuto anche dalla repubblica francese, è tutto merito di ironia e tenacia: nonostante il primato dell’informazione televisiva e poi l’avvento di quella digitale, l’uomo ha continuato il suo mestiere. Due le crisi più serie: quella del 2016 quando il quotidiano Le Monde decise di sostenerlo nonostante il calo delle sue vendite, e poi quella del 2021 quando in pieno Covid l’ultimo strillone di Parigi stava per andare in pensione e aprire un chiosco di gelati.