la Repubblica, 8 agosto 2025
Altman svela Gpt-5 “L’intelligenza artificiale sta diventando umana”
Gpt-5 è un passo significativo verso l’AGI». Seminascosto da un laptop, in collegamento da uno degli uffici di OpenAI, a San Francisco, Sam Altman introduce la nuova creatura dell’azienda – un tempo no-profit – che ha contribuito a fondare dieci anni fa. E di cui è amministratore delegato dal 2019. L’idea originaria era sviluppare un’intelligenza artificiale di livello umano – l’AGI, appunto – «a beneficio dell’umanità». La missione di OpenAI è invariata, ma negli anni sono subentrati interessi economici. Allenare l’IA su enormi quantità di dati ha un costo insostenibile per un laboratorio senza fini di lucro.
Oggi, infatti, OpenAI è una benefit corporation che vale circa 300 miliardi di dollari. Il merito è di ChatGpt, un’intelligenza artificiale con cui parlare di tutto: dall’origine dell’universo ai problemi sentimentali. Ha sempre una risposta, nella maggior parte dei casi esatta e utile, anche se l’IA non ha coscienza e non capisce veramente il significato di ciò che produce. Eppure 700 milioni di persone, ogni settimana, si rivolgono a lei come se fosse una persona in carne e ossa.
In Gpt-5 troveranno un nuovo aiutante. Per qualcuno sarà persino un terapista. Tecnicamente è una rete neurale che imita il funzionamentodel cervello umano. ChatGpt la userà per generare contenuti: testi, immagini, video. Sam Altman dice che il nuovo modello dà l’impressione di «conversare con un esperto in possesso di un dottorato di ricerca». In più, è estremamente veloce nel «ragionare». «A volte non sembra nemmeno che l’abbia fatto – dice Altman – ma poi dà una risposta fantastica». Per dimostrare le sue capacità, Yannis Dubois – uno dei ricercatori di OpenAI – si tuffa nel “vibe coding”, un modo di creare software descrivendo ciò che si vuole ottenere, in linguaggio naturale. Chiede all’IA di creare una app interattiva per imparare il francese. Il risultato, poco dopo, appare sullo schermo. «A uno sviluppatore sarebbero servite ore – dice Dubois – Gpt-5, invece, scrive 600 righe in un attimo, basta cliccare esegui».
È la promessa dell’IA generativa. Intanto c’è chi probabilmente perderà il lavoro. Ma per OpenAI il futuro è roseo. «I nostri figli faranno cose per noi impensabili – ha scritto tempo fa Altman – Grazie a queste nuove capacità, raggiungeremo un livello di prosperità condivisa inimmaginabile». Nick Turley, il responsabiledell’app ChatGpt, seduto vicino a Altman, prende la parola: «Gpt-5 sembra più umano, è il nostro modello più intelligente di sempre».
A questa affermazione siamo abituati. La ripetono tutte le aziende che producono un nuovo smartphone. Per vendere di più. Eppure Gpt-5, da ieri sera, è disponibile anche gratis. Con limiti di utilizzo per gli utenti free. Chi paga un abbonamento mensile, come ChatGpt Plus, avrà a disposizione più interazioni con l’IA. Gli utenti Pro, che spendono 200 dollari al mese, godranno di un uso illimitato. Se Gpt-5 si rivelasse davvero un’IA di livello umano, non sarebbe poi così cara. Ma non è così. Non ancora. Non siamo di fronte a una rivoluzione. «Manca uno degli elementi fondamentali – dice Altman – forse il più importante: non è un modello che apprende continuamente mentre viene utilizzato». Per l’AGI, insomma, c’è tempo. Ma per il ceo di OpenAI è più vicina. Davanti a una risposta di Gpt-5, Altman si è sentito inutile. Il quesito per lui era troppo complesso. «Ma l’intelligenza artificiale ce l’ha fatta in un istante».