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 2025  agosto 03 Domenica calendario

Il giubileo dei giovani e il Papa che chiede di lottare «per costruire un mondo più umano»

Lui si sbraccia a salutare, sorride, acchiappa al volo una pallina che gli lanciano, all’inizio si guarda intorno in modo circospetto. Loro lo accolgono con urla e canti, lo applaudono, «la joventud del Papa», cantano a squarciagola, ma lo scrutano incuriositi. È il primo incontro tra il nuovo Papa e una folla di ragazzi, e che folla: sulla spianata di Tor Vergata per tutto il giorno confluisce una marea umana di giovani, al tramonto, quando arriva Leone XIV, sono oltre un milione i partecipanti alla veglia conclusiva del Giubileo dei giovani. Robert Francis Prevost è Papa da nemmeno tre mesi, molti lo conoscono appena e questa lunga serata romana accampati alla periferia di Roma è l’occasione per vederlo da vicino e ascoltare cosa ha da dire alle nuove generazioni. Leone non è Giovanni Paolo II, che 25 anni fa qui stregò la sterminata folla di ragazzi che partecipò alla Gmg di inizio millennio, non è Benedetto XVI, il teologo sempre un po’ irrigidito di fronte alle folle, e non è Francesco, che invece con il popolo di Dio era perfettamente a suo agio. Quando calca la scena del gigantesco palco-altare Prevost si muove impacciato, la mozzetta rossa che cade un po’ grande sulle spalle, ma con l’avanzare della serata prende confidenza, interagisce con i ragazzi in inglese, spagnolo e italiano, legge un testo ma più volte parla a braccio.Scalda la folla quando, alzando gli occhi dai fogli, ricorda due ragazze morte in questi giorni e un terzo ragazzo: Maria, una ventenne spagnola morta nei giorni scorsi prima di arrivare a Roma, e Pascale Rafic, una 18enne egiziana deceduto all’improvviso nella capitale per un attacco cardiaco: «Entrambe», dice, «hanno scelto di venire a Roma per il Giubileo dei giovani e la morte le ha colte in questi giorni: preghiamo insieme per loro, e per i loro famigliari, i loro amici e le loro comunità». Poi chiede preghiere per un altro giovane spagnolo, Inacio Gonzalez, ricoverato all’ospedale Bambino Gesù. In mattinata il Papa aveva ricevuto i compagni di pellegrinaggio della giovane egiziana.Leone risponde a tre domande di altrettanti ragazzi. «Quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta», dice rispondendo ad una giovane messicana che gli domanda come stringere amicizie sincere in nel mondo dei social network. Bisogna «sapere vedere Gesù negli altri», afferma il Papa suscitando gli applausi dei ragazzi: «L’amicizia può davvero cambiare il mondo, l’amicizia è una strada per la pace». Alla ragazza che domanda come prendere decisioni nel clima di incertezza attuale, Leone cita Giovanni Paolo II tra gli applausi:«È Gesù che cercate quando sognate la felicità», dice, «si può donare la vita per gli altri», sottolinea, nuovi applausi. Le «scelte radicali e piene di significato», dice, sono «il matrimonio, l’ordine sacro e la consacrazione religiosa», che «esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici». Al ragazzo che gli domanda come incontrare Dio in mezzo alle difficoltà e alle incertezze, «cercate la giustizia», dice il Papa, «rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano. Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo». Da qui l’esclamazione di Leone XIV: «Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza».La messa è concelebrata da una ventina di cardinali, Zuppi, Lojudice, Semeraro, Battaglia, c’è anche Becciu. Nella folla siedono il capo della Protezione civile Fabio Ciciliano e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. La serata finisce con una adorazione eucaristica solenne, il coro canta Anima Christi, sulla spianata di Tor Vergata ormai avvolta nel buio cala un lungo silenzio orante, in lontananza le luci dei Castelli romani. I ragazzi rimangono a dormire nei sacchi a pelo, Leone torna qui questa mattina per la messa finale del Giubileo. Il nuovo Papa e i giovani cattolici ormai non sono più estranei.