La Stampa, 2 agosto 2025
Seth Rogen, l’uomo che ha fatto piangere Scorsese
«Per me era molto importante far piangere Scorsese. L’ho preteso! È una cosa che ho sempre voluto vedere. Poterla finalmente mettere in atto è stato bellissimo». Seth Rogen non ha paura di essere scorretto. Ed è amato proprio per questo. Con AppleTV+ ha creato una specie di factory, che sta dando grande soddisfazione a tutti gli amanti della commedia più feroce. Da The Studio, perla che racconta il dietro le quinte di Hollywood (un po’ come la nostra Boris) e che si è appena guadagnata la cifra record di 23 nomination agli Emmy, compresa quella a Martin Scorsese come guest star (piangere gli ha portato fortuna: è la prima candidatura come attore per il regista 82enne), a Platonic, Rogen ha creato un gruppo di lavoro che funziona come un meccanismo perfetto.Dal 6 agosto di Platonic arriva in streaming la seconda stagione. Rogen è anche produttore esecutivo insieme alla co-star Rose Byrne. A dirigere è Nicholas Stoller (che appare anche in The Studio nel ruolo di sé stesso), mentre la sceneggiatura è scritta a quattro mani con Francesca Delbanco. Se amate Seinfeld (da cui Friends ha mutuato praticamente tutto), amerete anche il rapporto tra Will, birraio sopra le righe di Los Angeles, e Sylvia, organizzatrice di eventi: sono legatissimi, pur non essendo innamorati.Come in Seinfeld, a unire questa coppia di amici è soprattutto l’odio per le stesse cose. È questo il segreto dell’amicizia? Rogen non ha dubbi: «Aiuta sicuramente! È così anche nelle coppie. Anche se sul set ci siamo divertiti soprattutto a dire cavolate. Sicuramente questo è ciò che rende forte il rapporto tra me e Rose. Facciamo un sacco di gossip. Amiamo moltissimo il gossip!». Non sono i soli. L’attore e produttore non ha dubbi sul perché: «È fantastico: è molto divertente giudicare gli altri. Guardare le loro disgrazie da lontano e lanciare giudizi come anatemi è meraviglioso. Non c’è niente di meglio».A proposito di strumenti che aiutano l’amicizia: i social sono tra questi? Byrne non è così certa: «Aiutano sicuramente a ritrovare vecchi amici e rimettersi in contatto. E a trovare dei partner. Anche se, nella mia esperienza, ci sono soprattutto cose terribili sui social». Rogen è d’accordo: «Conosco persone che sono riuscite a diventare amiche grazie ai social. Ma secondo me sono principalmente uno strumento per spargere odio».In Platonic questi due amici cattivissimi affrontano diversi temi pesanti: dalla morte al senso di colpa. Un altro tratto che hanno in comune è l’ossessione di sentirsi sempre giovani, anche se hanno superato i 40 da tempo. Oggi la ricerca della giovinezza è ancora più forte? Per Rogen: «Sì. Volevamo raccontare cambiamenti importanti che accadono nella vita di tutti, ma attraverso il tono della commedia: è qualcosa che non si fa più così spesso, gli Studios ne hanno paura. Siamo ossessionati dalla giovinezza perché abbiamo paura della morte». Byrne conferma: «Siamo continuamente spaventati dalla morte: potrebbe bussare in qualsiasi momento. E non soltanto se sei vecchio. Come dicono gli stoici: la morte è sempre dietro l’angolo».Un altro membro della factory di Rogen che ha lavorato sia a The Studio che a Platonic è la costumista, Kameron Lennox. Con il guardaroba di Will in questa seconda stagione ha fatto un capolavoro. A partire dalla sua assurda cover del cellulare a forma di banana. Un elemento degno delle migliori commedie slapstick, come sottolinea compiaciuto Rogen: «È geniale: è stata fatta apposta per la serie. Piace a tutti, fa ridere tantissimo. Sul set chiunque non poteva fare a meno di toccarla e ogni volta che ce l’avevo in mano cercavo di farla muovere il più possibile. Era particolarmente divertente soprattutto quando la scena era seria: bastava usare il telefono e c’era immediatamente l’effetto comico. Per quanto riguarda i vestiti: Kameron si è ispirata alla cultura giapponese e ai cappelli di Pharrell Williams. Un mix folle».E a proposito di vecchia scuola: Platonic è una commedia R-rated, ovvero vietata ai minori. Di questi tempi è davvero più difficile scrivere questo tipo di umorismo scorretto, oppure gli sceneggiatori sono diventati pigri? Secondo Stoller e Delbanco: «La commedia si evolve con i tempi: far schiantare qualcuno contro una lastra di vetro oggi sembra vecchia scuola, ma fa ancora ridere. Quindi continueremo a farlo. La vera sfida è emergere in un’offerta che è diventata vastissima. Ci sono talmente tante serie in giro che devi essere molto preciso nella scelta del tono. Il nostro motto è: niente unisce di più che odiare qualcosa insieme».—