La Stampa, 4 agosto 2025
Tangenti di guerra
Le agenzie anti-corruzione ucraine sostengono di aver portato a galla «uno schema di corruzione su larga scala»: un sistema che avrebbe avuto come obiettivo quello di «concludere contratti statali» per droni e sistemi militari elettronici «a prezzi deliberatamente gonfiati». Gli investigatori accusano in particolare un deputato, degli amministratori locali e alcuni militari della Guardia nazionale ucraina e affermano che quattro dei sospettati siano stati arrestati. I media ucraini hanno identificato il parlamentare come Oleksii Kuznetsov, membro del partito Servo del Popolo di Zelensky e, tra i funzionari, Serhii Haidai (ex governatore di Lugansk) e Andrii Yurchenko (capo del distretto di Rubizhne).Tutto questo proprio pochi giorni dopo che Volodymyr Zelensky è stato costretto a fare marcia indietro e a cancellare con un colpo di spugna una nuova legge accusata di minare l’indipendenza degli organi anti-corruzione. Zelensky era stato infatti contestato per aver firmato una legge che dava al procuratore generale un maggiore controllo sulle inchieste condotte dalle agenzie anti-corruzione Nabu e Sapo. Il punto è che il procuratore generale è nominato dal presidente, e molti analisti temevano quindi possibili interferenze politiche. Negli ultimi anni – sottolinea il New York Times – diversi politici ucraini sono stati accusati dalle agenzie anti-corruzione.Nonostante la guerra, migliaia di persone erano quindi scese in piazza per protestare. La nuova norma era stata aspramente criticata anche dall’Unione europea: un dettaglio non da poco per Kiev, visto che la lotta alla corruzione è tra i prerequisiti posti da Bruxelles per l’ingresso nell’Ue a cui aspira l’Ucraina. E così, la scorsa settimana, Zelensky e il Parlamento si sono praticamente visti costretti a ritirare questa contestatissima legge, ricevendo l’approvazione dell’Ue.«Non può esserci che tolleranza zero per la corruzione», ha commentato il presidente ucraino riferendosi all’ultima inchiesta. «L’essenza del piano era quella di concludere contratti statali con aziende fornitrici a prezzi deliberatamente gonfiati: fino al 30% dell’importo del contratto veniva restituito» ai presunti «partecipanti», è l’accusa avanzata dalle agenzie anti-corruzione.Kiev, intanto, accusa le truppe d’invasione russe di aver ucciso una persona a Kherson e altre 3 nella regione di Zaporizhzhia. Il governatore di Mykolaiv parla di danni – anche molto gravi – a «23 case e 12 palazzine» nella città del Sud dell’Ucraina. La Russia denuncia, invece, che quattro persone sono rimaste ferite in un raid nella regione di Voronezh e che un deposito di greggio è finito in fiamme nella zona di Sochi, meta turistica sul Mar Nero, dove si registrano anche interruzioni all’attività dell’aeroporto locale.Mentre si avvicina la data dell’8 agosto – nuovo termine per la minaccia di Trump di ripercussioni economiche su Mosca in caso di mancati progressi verso la pace – la guerra scatenata da Putin continua insomma senza tregua. Anzi, secondo l’Onu il mese di giugno è stato quello con più vittime civili in Ucraina degli ultimi tre anni, con 232 morti e 1.343 feriti. Stando a quanto annunciato dal presidente americano, l’inviato Steve Witkoff potrebbe raggiungere a breve la Russia per nuovi colloqui. Ma diversi osservatori ritengono che l’avvertimento lanciato da Trump al Cremlino non abbia cambiato la posizione di Putin, che finora non ha fatto nessun passo indietro rispetto alle pretese della sua invasione. Zelensky da parte sua ha confermato un possibile scambio di 1.200 prigionieri di guerra e ha accennato a un eventuale nuovo round di colloqui con la parte russa dopo i tre precedenti a Istanbul che hanno portato a diversi scambi di prigionieri.Le esportazioni di gas e petrolio sono fondamentali per l’economia della Russia, che spende sempre più denaro per la sua aggressione militare contro l’Ucraina. E Trump minaccia dazi secondari del 100% contro Mosca e chi acquista i suoi idrocarburi (e quindi potenzialmente India e Cina). Il nuovo inquilino della Casa Bianca ha detto di aver sentito che l’India non comprerà più petrolio dalla Russia, dopo che ha imposto dazi al 25% a Nuova Delhi e minacciato una “multa” per l’acquisto di oro nero da Mosca. Ma due fonti governative indiane interpellate dalla Reuters sostengono il contrario: e cioè che l’India intenda continuare ad acquistare il greggio russo. —