The New Yorker, 13 agosto 2025
Da quando Trump è presidente ha guadagnato 3,4 miliardi di dollari
Per Donald Trump, la presidenza è un affare! Come ricostruisce David D. Kirkpatrick in un lunghissimo e dettagliatissimo articolo sul “New Yorker”, il Caligola di Mar-a-Lago e i suoi familiari avrebbero incassato oltre 3,4 miliardi di dollari direttamente o indirettamente, tra cripto-valute, deal immobiliari e regalini vari.
Ma può? La Trump Organization, attiva in immobili di lusso, hotel, club e licenze di marchio, beneficia del “no-conflict-of-interest provision” che esenta il presidente da vincoli sugli affari privati.
Già durante la transizione del 2016-2017 Trump rivelò un’offerta da 2 miliardi a Dubai dall’immobiliarista Hussain Sajwani, vicinissimo agli Emirati. Formalmente passò la gestione ai figli, ma senza separarsi dagli asset.
Nel primo mandato promise di non siglare nuovi affari esteri, impegno svanito: oggi la famiglia incassa da cinque maxi-deal nel Golfo Persico, inclusi progetti a Muscat, Riyadh, Doha e Dubai con Dar Al Arkan.
Jared Kushner ha ottenuto 2 miliardi dal fondo sovrano saudita, più centinaia di milioni da Emirati e Qatar. Mar-a-Lago, divenuto epicentro politico e mondano, ha generato almeno 125 milioni extra, mentre merchandising, Nft e token $TRUMP e $MELANIA hanno fruttato 385 milioni.
Tra le operazioni più controverse, un Boeing 747 “donato” dall’Emiro del Qatar, licenze per hotel e ville di lusso, gestione di golf club e investimenti crypto. Con Justin Sun, miliardario cinese accusato dalla SEC, la famiglia ha creato World Liberty Financial: stablecoin e token ispirati a Trump, con 2 miliardi di USD1 acquistati da un’azienda della famiglia regnante di Abu Dhabi, generando potenzialmente 243 milioni per i Trump.
Trump Media & Technology Group, proprietaria di Truth Social, ha accumulato 1,3 miliardi in asset liquidi tra bitcoin e contanti grazie alla conversione del titolo meme in capitale, e prepara ETF crypto “patriottici”.
Cause per diffamazione contro Meta, ABC, X e CBS si sono concluse con pagamenti milionari alla fondazione della biblioteca presidenziale, controllata dai familiari, senza limiti stringenti d’uso.
All’estero, in Vietnam, via libera a un resort da 1,5 miliardi con almeno 40 milioni attesi in licenze. In Oman, progetti trentennali con il sultano e Dar Al Arkan, mentre in Scozia e in Indonesia nuovi golf club espandono il brand.
Un totale di oltre 3,4 miliardi di dollari: un intreccio di politica e affari che, seppur legale, è sicuramente poco opportuno. Dà l’idea che il presidente americano si può comprare (e c’è il sospetto che lo sia)
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