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 2025  agosto 07 Giovedì calendario

ProSiebenSat dice sì a B.


Torino
Dopo le barricate degli ultimi anni e le frenate dei mesi scorsi, Prosieben cede al lungo corteggiamento in Borsa di Mfe, la holding che controlla Mediaset. Non solo, la prima tv tedesca privata è arrivata ieri a promuovere ufficialmente l’ultima offerta del Biscione, lanciata il 28 luglio a 4,40 euro in contanti più 1,3 azioni Mfe. Ora la società con quartier generale a Monaco di Baviera sembra spingere per una fusione con il Biscione.
I Consigli del gruppo media tedesco hanno infatti invitato tutti gli azionisti ad aderire all’offerta pubblica di acquisto e scambio rialzata dalla holding guidata da Pier Silvio Berlusconi che, agli attuali valori di Borsa, è di circa 8,07 euro tra componente in contanti e azionaria (più bassa degli 8,67 euro dell’8 luglio).
In una nota, diffusa ieri, il consiglio di amministrazione e il consiglio di sorveglianza di Prosieben sottolineano tra l’altro «l’investimento a lungo termine e l’impegno nei confronti della società» del Biscione, con una raccomandazione di adesione all’Opa basata «sulla realizzazione di sinergie di costo, che richiedono una piena integrazione giuridica di Prosieben in Mfe».
Ma che cosa ha portato i vertici della tv tedesca Prosieben a cambiare idea in modo così repentino? Per gli analisti ci sono almeno tre ordini di motivi. In primis, vale il vecchio adagio pecunia non olet: l’offerta economica del 28 luglio sopra gli 8 euro è ben più allettante della precedente di maggio e anche di quella lanciata a giugno dalla rivale ceca Ppf che aveva proposto una contro-Opa parziale sul 30% di Prosieben a 7 euro per azione.
La seconda valutazione è di tipo industriale: la possibile fusione Prosieben-Mfe-Mediaset creerebbe un maxi-polo tv in Italia, Spagna e Germania, in grado di competere in modo un po’ più efficace con il colosso dello streaming Netflix. Il nuovo polo, secondo gli analisti, potrebbe mettere in campo sinergie significative nello sviluppo digitale, sul fronte pubblicitario e magari in futuro anche sul versante dei contenuti. Terzo: appare ormai molto difficile che la rivale ceca Ppf – anche se avrà ancora qualche settimana di tempo per decidere – faccia un nuovo rilancio. Anche perché la stessa holding, controllata dalla famiglia Kellner, ha fatto sapere di ritenere adeguata la proposta già avanzata di 7 euro per ogni azione Prosieben. Insomma, Cologno monzese vede ormai il bicchiere mezzo pieno sebbene per il “brindisi” dovrà attendere i risultati dell’offerta che potrebbero arrivare il 13 agosto, quando si dovrebbero concludere le Opa sia di Mfe-Mediaset sia di Ppf. Rispetto alla quota del 29% prima della batagglia a colpi di rilancio, ora Mfe-Mediaset si trova a circa il 33% del gruppo tedesco. L’obiettivo – dopo l’Opa – è di arrivare al 45% di Prosieben ma, secondo fonti finanziarie, è possibile che il Biscione possa raggiungere una quota vicino al 50% della tv bavarese. Difficile che Mfe-Mediaset salga di più nel capitale, anche perché non ha interesse ad accollarsi l’ingente debito di Prosieben: 1,5 miliardi a fine 2024 con un indebitamento lordo che sfiora i 2,4 miliardi. Integrare Prosieben sarebbe un passo forte verso la creazione del gruppo paneuropeo perseguito dal Biscione ma costerebbe molto, a partire appunto dal gigantesco debito. La Borsa sta annusando il rischio: ieri il titolo Prosieben a Francoforte è sceso lievemente (-0,38%) a 7,89 euro, appena sotto il prezzo previsto dall’Opa. Per Mfe-Mediaset tutte le opzioni restano aperte e non prescindono certo dalla sicurezza di non avere problemi di liquidità per l’operazione tedesca, grazie anche a una linea di credito da oltre tre miliardi da tempo preparata con le banche.
Ma se la Borsa e Prosieben considerano l’affare ormai fatto, c’è ancora uno scoglio da superare per Mediaset: l’ok del governo tedesco. Il ministro tedesco dei media, Wolfram Weimer, a «La Stampa» ha espresso preoccupazione per i nuovi proprietari (la famiglia Berlusconi) temendo «eventuali influenze russe» e che sia a rischio «l’indipendenza giornalistica del broadcaster». Weimar incontrerà in Germania Pier Silvio Berlusconi a inizio settembre, probabilmente per chiedere garanzie sull’operazione.—