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 2025  agosto 07 Giovedì calendario

Robert Kennedy Jr. è il ministro dell’irrazionale


Tutto si può dire della seconda Amministrazione Trump tranne che lasciasse presagire una qualche sorpresa. L’ex tycoon sta implementando in toto quanto annunciato in campagna elettorale, in prima persona o per il tramite dei suoi ministri. Così, collocare Robert F. Kennedy Jr. – dimenticabile nipote di un indimenticato presidente – sulla poltrona di segretario alla Sanità significava, come ampiamente prevedibile, mettere un volpone a guardia del pollaio. E ieri, infatti, dopo una lunga sequela di decisioni molto discutibili da quando si è insediato, ha “sganciato l’asso (novax)": lo stop al finanziamento federale di 22 progetti di sviluppo di vaccini basati sull’Rna messaggero, per un ammontare di 500 milioni di dollari. Avvocato (più o meno) ecologista, complottista di lunga data, membro in servizio permanente effettivo di quella “broligarchia” di “maschi alfa” che comanda adesso a Washington, “Jr.” è, da parecchio, un integralista antivaccinista (ed è stato, durante la pandemia, un autentico campione della disinformazione intorno al Covid). Un frontman e un pivot di quell’arcipelago di movimenti e associazioni che sostiene, senza mai produrre prove ed evidenze, le tesi sui famigerati effetti collaterali e letali delle vaccinazioni. E da qualche tempo, per l’appunto, conduce le sue crociate fondamentaliste direttamente dalla plancia di comando del Dipartimento della Salute e dei servizi umani, smantellando commissioni, dirottando sovvenzioni, rimuovendo scienziati ed esperti dietro la bandiera dello slogan populista «Make America Healthy Again».
Questa scelta novax costituisce l’ennesima dimostrazione di come quella attuale sia la prima presidenza Usa interamente dominata dalle varie rancorose ideologie dell’irrazionalismo postmoderno, all’insegna della nuova trimurti «fake news, disintermediazione fasulla e fumisterie contro la scienza». Nel corso di questi ultimi decenni le Amministrazioni conservatrici – con un Partito Repubblicano che veniva via via egemonizzato da minoranze politicamente estremiste e piccoli gruppi di pressione dotati di grandi risorse finanziarie – hanno dato sempre maggiore spazio alle dottrine antiscientifiche (come il creazionismo). Ma ora il trumpismo – anche “in virtù” del cinismo assoluto che caratterizza il suo padre fondatore – ha sdoganato tutto, all’insegna del paradosso postmoderno della decostruzione delle infrastrutture organizzative e dei principi epistemologici neoilluministici della scienza e, al contempo, della rivendicazione di non “mettere freni” alla tecnologia che deve – come da dettami anarcolibertari – correre il più possibile per competere con i rivali geopolitici. Basti pensare al ruolo di Palantir, la società di Peter Thiel, il vero potere fortissimo odierno, e all’alleanza di ferro dei padroni delle piattaforme digitali con il presidente. Qualcosa di molto simile al «modernismo reazionario» dei fascismi del Novecento: no alla scienza in termini culturali, sì alla tecnica al servizio innanzitutto (ieri come oggi) della forza militare e degli strumenti di sorveglianza su cui la nuova democrazia illiberale americana fa totale affidamento. —