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 2025  agosto 10 Domenica calendario

L’Alaska e gli 83 km che dividono i nemici la terra che gli Usa comprarono dallo Zar

Il nome “Alaska” deriva dalla parola aleutina “alaxsxaq”, “Terraferma” o “Grande terra”. Il nome riflette la vastità e l’importanza geografica della regione, cooptandone col tempo anche la declinazione storico-politica. L’ultima conferma è il vertice di Ferragosto tra Donald Trump e Vladimir Putin organizzato in una località ancora non indicata nel territorio dell’"Ultima Frontiera” (è il soprannome del 49esimo Stato Usa) ponte sull’Artico conteso fra Mosca e Washington. Anche per questo – ma non solo – l’Alaska unisce a doppio filo la storia di Russia e Usa, come fa intendere il suo motto “North to the future”, a nord verso il futuro, a rappresentare una sorta di terra promessa.Il vertice del 15 agosto segna un momento significativo non solo per il conflitto in Ucraina che dura da tre anni e mezzo, ma anche per le relazioni tra Stati Uniti e Russia e per l’eredità dell’Alaska come ponte tra le nazioni. E rappresenta un primo successo tattico per l’inquilino della Casa Bianca. Innanzi tutto, perché trascina il bilaterale “in casa”, secondo perché segna il ritorno di Putin in territorio americano dove mancava dal 2015, l’ultima volta fu l’incontro alle Nazioni Unite con Barack Obama. Il bilaterale è il primo di persona tra i due presidenti dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca, e la prima volta che i due leader si vedono sul suolo statunitense.La scelta dell’Alaska evita le complicazioni legali che sorgerebbero se Putin si recasse in uno Stato membro della Corte Penale Internazionale (Cpi). L’Aja ha infatti spiccato un mandato di arresto nei confronti del capo del Cremlino in relazione a presunti crimini di guerra in Ucraina. Gli Usa non sono parte della Cpi e non ne riconoscono la giurisdizione, eliminando qualsiasi obbligo legale di arrestare Putin. Anche la posizione geografica dell’Alaska ha reso la scelta pratica. Lo Stato si trova a soli 83 chilometri dalla Russia, attraverso lo Stretto di Bering, con alcune delle sue isole minori ancora più vicine.Il legame tra l’Alaska e la Russia risale a più di due secoli fa. L’Impero zarista iniziò a esplorare e colonizzare parti del territorio nel XVIII secolo. Il 30 marzo 1867, Stati Uniti e Russia firmarono il Trattato in base al quale la Russia cedette l’Alaska agli Stati Uniti per 7,2 milioni di dollari dell’epoca, equivalenti a 162 milioni di dollari nel 2024, per sanare le casse di Mosca depauperate (corsi e ricorsi storici) dalla guerra di Crimea del 1853-1856. L’allora presidente Usa era Andrew Johnson. L’Alaska è diventato la 49esima stella sulla bandiera Usa nel 1959, con la firma dell’allora presidente Dwight D. Eisenhower apposta sull’Alaska Statehood Act. Oggi, lo Stato più grande degli Usa ha una popolazione di circa 740 mila abitanti, inclusi circa 120 mila residenti indigeni, che ne fa lo “stella” meno popolosa.La posizione dell’Alaska continua a renderla una risorsa vitale nella strategia di difesa degli Stati Uniti. L’Ultima Frontiera ospita importanti installazioni militari statunitensi, tra cui la Joint Base Elmendorf-Richardson vicino ad Anchorage e la Eielson Air Force Base vicino a Fairbanks. L’Alaska è inoltre dagli anni Settanta una roccaforte repubblicana che ha sfornato illustri esponenti del Grand Old Party, ed è una riserva preziosa per il settore energetico tradizionale (tanto caro a Trump) dopo la scoperta di importanti giacimenti petroliferi nella Baia di Prudhoe.Il vertice del 15 agosto sebbene sia di per sé storico, non è il primo di alto livello che vede l’Alaska al centro della diplomazia internazionale. Nel 1984, lo Stato aveva ospitato Papa Giovanni Paolo II durante il suo incontro con l’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, e nel 1971, è stato la cornice dell’incontro tra Richard Nixon e l’imperatore del Giappone Hirohito.