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 2025  agosto 12 Martedì calendario

Il giorno in cui Trump ha preso Washington

Una città alla mercé di «criminali assetati di sangue» e di «folle di giovani selvaggi». È con queste parole che lunedì, durante una conferenza stampa circondato dai suoi fedelissimi – la procuratrice generale Pam Bondi, il capo del Pentagono Pete Hegseth, il direttore dell’FBI Kash Patel e la neo nominata Jeanine Pirro, procuratrice degli Stati Uniti per la capitale – Donald Trump ha annunciato lo schieramento nella capitale di 800 soldati della Guardia nazionale e ha posto il dipartimento di polizia di Washington sotto il controllo federale per combattere quella che ha definito un’ondata di illegalità. Oggi è «il giorno della liberazione», ha annunciato dal podio per poi invocare lo stato di emergenza. Trump ha fatto appello a una sezione del District of Columbia Home Rule Act – la legge, istituita nel 1790, sotto la quale opera la capitale e che conferisce al Congresso l’autorità, ma consente ai residenti di eleggere un sindaco e un consiglio comunale – che consente al presidente di ricorrere temporaneamente alla forza quando sussistono “condizioni speciali di natura emergenziale”, ma già la scorsa settimana aveva detto che gli avvocati stanno valutando come abrogare del tutto la legge. Con in mano statistiche e grafici, dicendo che Washington è diventata meno sicura di Bogotà, Trump ha detto anche che sgombererà gli accampamenti dei senzatetto, che la città tornerà pulita e splendente come merita e che al momento è in mano ai criminali perchè «gli omicidi nel 2023 hanno raggiunto il tasso più alto di sempre». Secondo i dati dell’Fbi il tasso di omicidi è effettivamente aumentato nel 2023 a circa 40 ogni 100.000 residenti, raggiungendo il livello più alto degli ultimi 20 anni, ma non si è trattato del tasso più alto mai registrato: era significativamente più alto negli Anni 90 e nei primi anni 2000. Non solo, a oggi il numero di omicidi è diminuito del 12%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo le cifre del dipartimento di polizia stesso. La sindaca democratica di Washington, Muriel Bowser, ha affermato che la città «non sta vivendo un picco di criminalità» e ha sottolineato che la criminalità violenta è diminuita del 26% nei primi sette mesi del 2025, dopo essere scesa del 35% nel 2024 e che la criminalità complessiva è diminuita del 7%. L’utilizzo da parte di Trump del crimine a scopi politici è una mossa che precede addirittura la sua elezione, come ci ricorda la sua richiesta della pena di morte nel caso della jogger aggredita dentro Central Park nel 1989, caso che coinvolse cinque adolescenti neri e latinoamericani successivamente scagionati dall’accusa di aver stuprato e picchiato la donna. Quest’estate, Trump ha dispiegato quasi 5000 soldati della Guardia nazionale a Los Angeles con l’ordine di contribuire a sedare le proteste scoppiate in seguito ai raid sull’immigrazione dell’Ice, mentre durante il suo primo mandato aveva richiamato la Guardia nazionale per sgomberare con la forza le proteste di Black Lives Matter, nate in seguito all’uccisione di George Floyd nell’estate del 2020. «Carovane di giovani in massa stanno mettendo a ferro e fuoco la città», ha detto più avanti, citando il caso dell’ex dipendente del Doge Edward Coristine, aggredito nella capitale lo scorso fine settimana in un apparente tentativo di furto d’auto. «Giovani membri delle gang, alcuni dei quali hanno solo 14, 15 e 16 anni, attaccano, aggrediscono, mutilano e sparano a caso a cittadini innocenti, sapendo che saranno rilasciati quasi immediatamente», ha poi proseguito criticando l’utilizzo del “no cash bail” la politica che elimina la detenzione preventiva basata sul pagamento di una cauzione in contanti per gli imputati in attesa di giudizio e che secondo lui è uno dei motivi dell’aumento del crimine. Tra dati confusi e retorica allarmista una cosa è chiara: quello di Washington rappresenta per l’amministrazione Trump un test da replicare in altre realtà a guida democratica. Washington come cavia da esperimento per dimostrare che i repubblicani sono in grado di ripulire e gestire le città meglio dei democratici. Los Angeles, New York, Chicago: sono le capitali che Trump cita sempre e che dipinge come luoghi infernali, mentre non cita mai le città degli Stati a guida repubblicana con i tassi di omicidio più alti come Memphis, St. Louis o New Orleans. Secondo i dati dell’Fbi in cima alla classifica delle città più pericolose degli Stati Uniti c’è Anniston, in Alabama, una cittadina di 22 mila abitanti e con il tasso più alto crimini di violenti, 3434. —