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 2025  agosto 13 Mercoledì calendario

Intervista a Corinne Cléry


Se mai è stata fragile, è successo solo per fiction. 75 anni, tempra di ferro, Corinne Cléry risponde appena scesa dal trattore: «Lo guido benissimo, sa?». È nel suo casolare, nel viterbese, dove si è trasferita a vivere: «Qui coltivo i miei alberi, mi prendo cura degli animali». Non che l’ex Bond Girl abbia chiuso con il mondo dello spettacolo. Anzi. Oggi e domani la vedremo su Canale 5 nei panni della scatenata Adele, coprotagonista di Fragili 2: la miniserie sul terzo tempo della vita, riletto dal punto di vista di un gruppo di scatenati anziani e dei loro improbabili, e giovanissimi, coinquilini.Quindi com’è invecchiare? È davvero una seconda giovinezza?«Non è certo più il tempo di andare a Ibiza: chi ancora rincorre la giovinezza, i party, le feste sbaglia e dovrebbe farsi pure qualche domandina... A 70 anni si entra in una fase diversa, che io vivo bene: mi sto riprendendo quella libertà che non ho mai avuto. Mi sono sposata a 17 anni, ho avuto un figlio a 19, l’anno dopo mi sono separata: sono cresciuta tra tante difficoltà e responsabilità. Ho combattuto come una leonessa per tutta la vita, contro gli alti e bassi della carriera, le paure, e un successo che mi ha travolto come uno tsunami. Ora ho bisogno di pace e serenità».Sente mai il peso della solitudine?«Vengo da una vita sempre in prima pagina, tra paparazzi che si nascondevano tra i cespugli, sul terrazzo, dietro la finestra del bagno. Io bramo la solitudine. Non sa quanti oggetti ho lanciato contro tutti quei fotografi».Non mi dica che un po’ non le piaceva...«Ma sì, faceva parte del gioco. Era anche divertente. Quando uscivo di casa prendevo due taxi: salivo sul primo poi, a un certo punto, si affiancava un altro taxi e ci salivo su al volo, per depistare la stampa».È sola anche in amore?«Sono single da sei anni, per scelta: è da quando ho 17 anni che sono o sposata o fidanzata. Ora anche basta: c’è un tempo per tutto».In Fragili 2 Adele si innamora di un uomo più giovane: anche lei ha avuto una relazione con un compagno di 28 anni più piccolo. L’età è solo un numero?«Mica solo una. A 42 anni sono stata con uno splendido 22enne: una storia meravigliosa, che mi ha dato moltissimo. Un problema degli uomini è che quando maturano diventano molto più fragili di noi donne: di colpo sono pieni di paure. Un adulto che non accoglie la sua maturità è un bamboccione, non un ventenne che ha fame di vita».Con il film erotico Histoire d’O, è diventata anche un oggetto del desiderio: come l’ha vissuta?«Non mi sono accorta di nulla: ero al secondo matrimonio, felice, non facevo caso agli sguardi maschili. L’unica cosa di cui mi sono sempre preoccupata era di non essere fraintesa: quello era un ruolo. Punto. La mia vita è un’altra cosa: non sono un oggetto – ho un carattere tosto – e nessuno deve osare allungare le mani contro la mia volontà».È capitato?«Quando facevo la fotomodella, due volte. Nel primo mollai il set, nel secondo ho menato il fotografo che mi saltò addosso. La cosa più dolorosa è però successa tra le mura domestiche quando il padre di mio figlio ha provato a strangolarmi di notte, ma quella è un’altra storia».Non ebbe alcun imbarazzo a girare le scene di Histoire d’O?«Venivo da una famiglia borghese ma di ampie vedute. Quando si andava in spiaggia, io, mamma, mia sorella e mia cognata eravamo tutte in topless, e c’era pure papà. Essere nuda non è mai stato un tabù. In ogni caso, rispetto a quello che si vede oggi, le mie scene erotiche fanno ridere i polli...».Abbiamo perso ogni pudore?«Sì. Quando mettevo le minigonne o gli shorts, lo facevo sempre con stile. Ora vedo in giro molta spregiudicatezza, pochi sentimenti, pochissimo buon gusto: penso a YouPorn e OnlyFans».Ha fatto tanta commedia, ma non film d’autore. L’avevano etichettata?«Le proposte impegnate erano poche ma le rifiutai io, anche perché guadagnavo molto di più con la commedia. Di qualche “no” mi sono pentita come nel caso del film Marcia Trionfale di Marco Bellocchio. Albertazzi mi propose di fare a teatro La governante: impiegai tantissimo a dirgli di sì, perché non mi sentivo all’altezza, e quando mi decisi ci fu una sollevazione delle attrici italiane. Così presero un’altra».Ma lei ha mai lottato per qualche ruolo?«Di base non volevo fare un sacco di cose, nemmeno la Bond Girl. Il regista non poteva crederci, mi chiamò per sapere perché mai rifiutassi e io gli dissi: “Non ho voglia, le Bond Girl sono marginali e io non voglio essere un numero”. Ho un lato incosciente e spesso lascio fare al destino. L’unico film per cui mi impuntai fu Kleinhoff Hotel. Al primo provino il regista Carlo Lizzani mi scartò perché ero troppo giovane e bella. Il giorno dopo mi sono ripresentata vestita e truccata come mia madre e lo convinsi».Non ha però nessuna remora a partecipare ai reality: non sono declassanti?«Chi lo dice? L’intellettuale di turno? Bisogna vivere nel tempo: il mondo cambia, così come i linguaggi. Dovevo fare anche Temptation Island Vip: il mio fidanzato ci teneva e ci eravamo presentati ma al nostro posto presero la coppia Anna Pettinelli e Stefano Macchi. Peccato».Ha detto: “Sembro forte e allegra ma dentro sono triste”. Da dove nasce questo dolore?«Ultimamente ho avuto problemi pesanti in famiglia. Mi riferisco a mio figlio. Ho dovuto aprire gli occhi e capire che la mia è una famiglia disastrata, non alla Mulino Bianco. Fa male ma non si può piacere a tutti: devo accettare se qualcuno non mi vuole bene. Di certo però ho smesso di essere un bancomat». —