La Stampa, 13 agosto 2025
Garlasco, 18 anni di errori
L’anniversario della morte di Chiara Poggi si trascorre nel peggiore dei modi. Non nel silenzio della sua cameretta, al primo piano della villa dove abitava a Garlasco. Non nella cucina dove i genitori hanno mantenuto uguale ogni elemento d’arredo. No, sulla scena di Garlasco arriva un’altra salma, il soggetto identificato con il codice anonimo 153E che presto verrà riesumato, messo sul tavolo dell’obitorio per capire se è davvero suo il Dna finito nella bocca della povera ragazza subito dopo la morte.Chiariamolo subito, 153E nulla c’entra con l’omicidio. In realtà, la novità è un’altra e viene dagli accertamenti genetici dei consulenti della procura di Pavia Carlo Previderè e Pierangela Grignani. I due avrebbero scoperto come il Dna rinvenuto sulla garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca, sarebbe frutto di una contaminazione avuta con il cadavere analizzato in una precedente autopsia. Quella, appunto, del signor 153E.Lo scrivono gli esperti stessi nella relazione inviata al procuratore capo Fabio Napoleone: «Vagliando, di concerto con la procura, la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell’ambito dell’esame autoptico prodotta dall’utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una “garza”, e/o di una pinza utilizzata per “trattenere” tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all’esame autoptico condotto sulla salma di Chiara. La comparazione ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E».Meglio quindi controllare di nuovo e così l’antropologa forense Cristina Cattaneo entra nella squadra di consulenti della procura. Ufficio che si prende saggiamente incarico di diffondere questa notizia con apposito comunicato per evitare la propalazione di balle fuorvianti, come quelle diffuse da chi millanta incredibili indiscrezioni attribuendole a ignari magistrati. Fatti che irritano sempre più i procuratori: «Si ribadisce che ogni dichiarazione o riferimento alla procura di Pavia, in assenza di comunicazioni ufficiali, è da ritenersi privo di fondamento».La vicenda emersa ridimensiona le attese colpevoliste su Andrea Sempio perché se davvero la garza ha conservato alleli di una precedente autopsia va tolta dalle indagini. E quindi si perde un rivolo sul quale in tanti per settimane scommettevano e hanno propalato ogni certezza, deduzione, fantasia come fosse la chiave segreta per risolvere il giallo.Sul fronte di Alberto Stasi la dura considerazione a reazione dell’avvocato Giada Bocellari merita una considerazione. Il legale, infatti, individua quanto appena accaduto in uno «di questi gravissimi fatti» che «compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna». Parole che fanno capire come presto si aprirà a Brescia un altro fronte del procedimento con la presentazione di istanza per rivedere in radice la condanna definitiva a Stasi. E questo fascicolo necessariamente avrà vita lunga come quello aperto a Pavia dove tra approfondimenti, nuove prove e incidenti probatori è già stilato un calendario che porta le conclusioni ad anno nuovo inoltrato. La prima causa è di certo la sequenza impressionante di errori sviste omissioni che segnarono il primo procedimento, con il corpo di Chiara riesumato perché ci si era dimenticati di prendere tutte le impronte, analisi genetiche oggi contestate, gatti che camminavano sulla scena del crimine, biciclette nere mai sequestrate, impronte papillari sul pigiama della ragazza non valorizzate e ancora, ancora fino alla redazione di taluni verbali e alla scarsa valorizzazione di una serie di tracce sulla scena del crimine. Proprio su quest’ultimo filone gli inquirenti stanno limando la relazione sulla dinamica dell’omicidio che potrebbe fotografare un ruolo diverso di Sempio e movimenti nelle stanze mai considerati finora. Ma anche su questo bisogna attendere la conclusione di vari accertamenti dei Ris di Cagliari e la loro valutazione da parte dei magistrati. Insomma, la strada, la via crucis è ancora lunga e riserverà nei prossimi mesi altre sorprese. —