il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2025
In Inghilterra chiude un pub al giono
La colpa è di Claudio. Se l’imperatore non si fosse deciso, nel 43 d.C., per la conquista sistematica della Britannia, oggi gli inglesi non sarebbero così incupiti dalla progressiva scomparsa dei pub nella loro patria. Del resto, la Storia non perdona. Immaginate i legionari romani in trasferta: eccoli lì, memori delle soste nelle tabernae, insomma nelle osterie sparse dall’Urbe ai confini del dominio, determinati a incrociare le braccia se non si offre loro un ristoro post-battaglia. Trincano Ale, la birra locale nelle locande, le Inn lungo la strada, dove trascorreranno la notte buttandosi ubriachi marci sui pagliericci. Alla fine dell’occupazione, pure gli autoctoni trovano sia una buona idea fare bisboccia in quelle che nel XV secolo Enrico VII regolamenterà come “Public Houses”, ovvero i Pub. Ce ne sono tuttora di millenari sparsi per tutta la Gran Bretagna e l’Irlanda: il più antico pare essere l’Old Ferryboat nel Cambridgeshire, risalente al 560 d.C. A Londra resiste l’Old Bell, del 1400. Entri in un vecchio pub e non puoi evitare di scorgere tra le pareti pregne di luppolo la pingue silhouette del Falstaff shakespeariano, fantasmi assortiti di ogni epoca, orde imbesuite di tifosi di rugby alle prese con il terzo tempo. Vai al pub e sai di rischiare la vita per i giocatori di freccette che invece di cogliere il bersaglio ti centreranno la schiena, o finirai docciato per i mezzi litri di lager, le pinte che finiscono per terra o sulla tua giacca buona. Nel mentre, le orecchie sono martoriate da un principio di acufene: non tutte le band che suonano lì sono del livello dei Dr Feelgood, di Ian Dury, Joe Strummer, Elvis Costello, gli scavezzacolli del pub rock della stagione d’oro. Non esiste l’Inghilterra senza i pub, ma lo si diceva anche per le cabine telefoniche rosse. Adesso ne chiudono uno al giorno, 15 mila negli ultimi 25 anni. Ne resistono 40 mila o giù di lì. La stampa di Sua Maestà lancia l’allarme: i costi di gestione post Brexit e Covid sono proibitivi, ed è clamorosamente declinata (di nuovo) la qualità del cibo: un reporter del Guardian è rimasto scioccato, in un delizioso pub di campagna, dallo Yorkshire pudding non più masticabile di un tovagliolo. Ci avevano provato, i sudditi di Carlo, a giocare il campionato dell’alta cucina, con gli chef star alla Gordon Ramsay. Ma le pseudo-prelibatezze dei gastropub sono finite da tempo nella pattumiera. Che fossero schifezze lo sapevano persino le legioni del Sor Claudio.