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 2025  agosto 06 Mercoledì calendario

Anziani al volante



È un’estate difficile per gli anziani al volante. L’ultimo incidente si è verificato sabato scorso sui monti svizzeri, in Engadina. Un 74enne è uscito di strada e ha visto la sua auto sprofondare nel lago di Sils: insieme alla compagna 75enne è riuscito a uscire dall’abitacolo pochi attimi prima che la vettura scivolasse in acqua. L’episodio, stavolta per fortuna a lieto fine, ha riaperto il tema della sicurezza stradale riguardante la terza età, dopo che luglio si era chiuso con ben tre scontri frontali in autostrada causati da auto che procedevano contromano. Il 27 luglio è toccato a un 82enne, morto nello schianto sulla Torino-Milano insieme ad altre tre persone. Il giorno dopo, al casello di San Bartolomeo a Mare, vicino a Imperia, un altro anziano è entrato in autostrada dalla parte sbagliata: feriti lui, la moglie e un 65enne che se l’è trovato di fronte. Quattro giorni dopo è capitato a un 88enne imboccare la Torino-Bardonecchia in direzione contraria: la moglie 88ennne è deceduta sul colpo, lui è stato ricoverato in gravi condizioni.
Fatti drammatici di cronaca che riflettono tristemente le ultime statistiche pubblicate da Istat e Aci. Sono infatti particolarmente elevati i numeri relativi alle lesioni gravi – molto superiori alla media calcolata per tutte le età e costanti nel tempo – riportate nei sinistri in cui sono coinvolti individui anziani. Nella fascia di età 70-79 anni, nel 2023, ci sono stati 2.312 feriti gravi, 2.190 tra gli ultra 80enni. Una situazione drammatica fotografata anche dai dati sulla mortalità stradale: il tasso più elevato si riscontra nella classe 85-89 anni (103,8 vittime ogni milione di abitanti), superiore a quello dell’altra categoria italiana ad alto rischio, i 20-24enni (84,7 vittime ogni milione di abitanti). Se in quest’ultimo caso pesano imprudenza e inesperienza, per quanto riguarda gli over 80 influiscono mancanza di lucidità e riflessi non più pronti come in passato. A proposito di scontri gravi provocati da guida contromano, l’Asaps (Associazione amici della polizia stradale) denuncia che il 14% si verifica per responsabilità degli anziani. «Ma se si considerano i frontali con esito mortale si sale al 32% – sottolinea il presidente Giordano Biserni -. E negli ultimi giorni si è balzati addirittura al 60%: non so se è un caso ma è sicuramente un allarme».
Numeri che impongono una riflessione seria, e forse anche il cambio di qualche regola. «C’è un totale disinteresse verso una valutazione medica più stringente per gli anziani alla guida, che in alcuni casi, va detto con chiarezza, non sono più nelle condizioni psicofisiche per guidare» ha rilevato Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera. Servirebbero insomma visite mediche più severe, che accertino la reale capacità di restare al volante in età avanzata.
«Quando si fa la revisione della patente a un anziano non basta più verificare se vede bene con gli occhiali – aggiunge Biserni -. Bisogna accertare se l’automobilista mantiene effettivamente le capacità uditive e cognitive, magari con la collaborazione dei parenti, che dovrebbero segnalare cure e medicinali assunti. Si potrebbe pensare di lasciare la patente, ma magari impedire di andare in autostrada o di circolare di notte. Insomma consentire spostamenti ridotti, in città o lungo le strade provinciali. Sarebbe un modo per aumentare la sicurezza senza incidere sull’autonomia né sulla libertà di movimento». Va infatti tenuto conto che in molte zone del Paese, ad esempio le aree interne dove il trasporto pubblico non è così capillare, l’auto è una necessità.
Tuttavia, rimarca il presidente dell’Asaps, «non va più bene la visita in due minuti, anche perché abbiamo una popolazione che invecchia. Una volta, anche solo negli anni ’90, erano in pochi a avere la patente sopra i 70 anni. Adesso vediamo anche 95enni che ottengono il rinnovo. Certamente fa notizia, ma chi li vedrebbe volentieri in autostrada?». Attenzione però, avverte Biserni, a gettare la croce addosso agli anziani. «Un 10% di scontri contromano vede la responsabilità di stranieri, un dato peraltro in diminuzione, un altro 12% è causato da automobilisti ubriachi o comunque alterati. Resta però un 60% provocato da altri: chi sono? Gente distratta, oppure che va nel panico quando si imbatte nella nebbia. O che magari, come accade sempre più spesso, usa il cellulare mentre guida. Ma c’è anche chi si suicida così, e non manca nemmeno quello che dimentica il portafoglio in autogrill e fa inversione per tornare a prenderlo…». Una pluralità di cause cui però bisogna trovare rimedi univoci. «Una proposta potrebbe essere quella di introdurre una fotocellula in area di servizio o ai caselli più trafficati, in grado di fare scattare l’allarme se si imbocca la carreggiata in senso sbagliato». Gli automobilisti anziani sono un problema anche in Svizzera. Secondo l’Upi, centro specializzato nella prevenzione degli infortuni gravi, gli over 65 sono la fascia d’età più a rischio sulla strada. Su un numero di 1000 vittime, in media muoiono 30 persone anziane. A titolo di confronto, nella fascia d’età 25-44 anni, a perdere la vita sono sei persone. Il pericolo però non è solo al volante, ma anche in sella. Il numero di incidenti che vedono coinvolti anziani elvetici in e-bike è infatti in rapido aumento. Se nel 2011 si contavano solo 18 ferimenti gravi e mortali, nel 2024 sono diventati 180. Segno di una crescente diffusione della mobilità alternativa, ma anche sintomo di un approccio alle due ruote non sempre prudente.
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