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 2025  luglio 28 Lunedì calendario

Usa, con Trump è record di migranti nelle carceri. E per quelle private volano i profitti

Il pugno duro sull’immigrazione promosso da Donald Trump ha portato un numero record di migranti irregolari nelle carceri americane. Soprattutto in quelle private, facendo volare i profitti. Lo dice un’analisi dell’Afp basata sui dati ufficiali. A giugno, ad affollare i penitenziari statunitensi erano ben 60.254 detenuti: un numero impressionante, salito del 20 per cento rispetto ai 40.500 di gennaio, quando Trump era appena entrato alla Casa Bianca.
Profitti privati
Con buona pace del fatto di aver promesso una stretta sui criminali, il 71 per cento di quelli che si ritrovano nei centri di detenzione non ha precedenti penali: anche questo un balzo, rispetto al 54 dell’anno scorso. Ma il dato più inquietante è che le detenzioni di massa stanno già facendo crescere i profitti delle aziende private che controllano molte delle strutture: ben 62 su 200. Le due compagnie più grandi, Geo Group e CoreCivic, che gestiscono rispettivamente 25 e 17 centri, sono addirittura quotate in borsa. E grazie alla volontà di Trump di fare della lotta all’immigrazione una priorità assoluta – promettendo la più grande campagna di espulsioni nella storia americana – hanno potuto firmare nuovi contratti da 153 milioni di dollari. Facendo schizzare il valore delle loro azioni, cresciute rispettivamente del 75 e del 69 per cento. In questo contesto, non passa certo inosservato che Geo Group abbia donato 3,6 milioni di dollari ai repubblicani nel 2024. E che la procuratrice generale Pam Bondi – sì, insomma, la ministra della Giustizia – è stata una lobbista del gruppo fin dal 2019.
Sempre più prigioni
Per finanziare il piano della Casa Bianca, il Congresso degli Stati Uniti ha recentemente stanziato 45 miliardi di dollari. Da utilizzare appunto per aprire ancora nuovi “centri di detenzione” atti a contenere fino a 100mila detenuti entro la fine dell’anno, ovvero più del doppio del numero di posti disponibili nel 2024. D’altronde, il numero di queste carceri destinate a persone arrestate dall’Ice, l’infame polizia anti-immigrati, è già aumentato: passato dai 107 di gennaio ai 200 di giugno. Fra queste c’è pure l’ormai famigerata “Alligator Alcatraz”, il supercarcere dove sono finiti anche due italiani, assemblato in appena 8 giorni con prefabbricati, tende e roulotte, inaugurato il 1° luglio nel cuore delle malsane paludi della Florida circondate da alligatori.
Da tempo Donald Trump ha annunciato l’intenzione di usare il carcere di Guantanamo – quello sull’isola di Cuba reso celebre per aver ospitato presunti terroristi di Al Qaeda che sia Barack Obama che Joe Biden avevano promesso di chiudere – per portarci i migranti “più pericolosi”. Il progetto è di installare addirittura 30mila posti letto, ma per fortuna l’obiettivo è ancora lontano dall’essere raggiunto (a giugno sono arrivati in quell’infausto posto mediamente 22 persone al giorno).
L’allarme di Human Rights Watch
In un contesto così efferato, va da sé che le condizioni di detenzione sono sempre più preoccupanti: Human Rights Watch ha pubblicato lunedì scorso un rapporto in cui denuncia le “pratiche abusive” di almeno tre centri di detenzione. La Ong ha descritto celle sovraffollate, immerse nel gelo o nel calore, disperati che dormono sul pavimento in celle senza finestre ma costantemente illuminate a giorno da luci fluorescenti, privi di ogni servizio igienico di base.