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 2025  luglio 29 Martedì calendario

Foto del sesso di gruppo dopo cena con medico, ristoratore e notaio: denuncia per revenge porn

Una cena tra amici, condita da sesso di gruppo e forse un po’ di droga, che finisce però su un tavolo non di un ristorante ma, manco a dirlo, della Procura di Genova. Perché quella che doveva essere una tranquilla serata di inizio estate si è trasformata in incubo per una delle protagoniste della vicenda, dopo un vorticoso giro di foto hot, a sua insaputa, su diverse chat di WhatsApp. Tanto che la sostituta procuratrice Daniela Pischetola ha aperto un fascicolo per revenge porn: che tradotto in italiano è la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, senza il consenso delle persone riprese. Il reato è stato introdotto nel 2019 con il cosiddetto Codice rosso e, in particolare, dopo la morte di Tiziana Cantone, la donna di 33 anni che si suicidò dopo la divulgazione di suoi filmati intimi.
La storia genovese inizia ai primi di giugno. La vittima va a cena con un amico medico e un notaio che lei non conosce. La meta è un ristorante di Bogliasco, di proprietà di un imprenditore della cerchia di amici. La serata trascorre tranquilla, i tre mangiano, bevono vino di qualità.
Il proprietario del locale intrattiene gli astanti, nei momenti di calma si siede al tavolo con il medico, il notaio e la donna. Il gruppo, però, dopo avere consumato il pasto non va via dal ristorante. Anzi. Alla combriccola si unisce anche una cameriera, compagna del titolare. La porta viene chiusa a chiave, la saracinesca abbassata ma si continuano a stappare bottiglie. Dopo un po’, la donna si ritrova tra le braccia della cameriera. Alle effusioni si aggiungono i tre uomini finché la serata si conclude intorno alle due del mattino. Il dottore e l’amica accompagnano il notaio a casa, mentre i due vanno a casa di lei. Il medico resta a dormire lì, perché non si sente tanto bene dopo gli eccessi della nottata.
L’incontro potrebbe essere finito lì, con un cerchio alla testa e vaghi ricordi. Ma due giorni dopo arriva l’amara scoperta. La donna va nello studio del medico per una ecografia che aveva programmato da tempo. L’amico l’avvisa di avere trovato sul suo cellulare foto della serata, senza però saperne giustificare la presenza. Non solo. Altre immagini, ben più esplicite, stanno girando su alcune chat di WhatsApp spedite dal notaio che aveva partecipato alla cena. E, insomma, la donna decide di chiamare il notaio per chiedergli di cancellare quelle immagini e, soprattutto, di non divulgarle ancora. Il professionista ammette di averle girate a un collega e la invita a raggiungerlo per risolvere la questione.
La vittima, però, spaventata decide di non andare e si rivolge al suo legale, l’avvocato Salvatore Calandra, con il quale prepara una querela che presenta in procura chiedendo di indagare il notaio. Contattato telefonicamente il legale non ha voluto commentare la notizia. La querela è finita sulla scrivania della pm Pischetola che ha delegato l’aliquota della polizia di Stato della Procura. Gli investigatori hanno iniziato a sentire i partecipanti e, dalle prime informazioni, sarebbe emersa anche la presenza, per uso personale, di droga.